Il Governo di Pechino ha vietato tutte le transazioni in criptovalute ed il mining, decretando di fatto illegali le valute vrtuali. Se da un lato questo ban chiude tutte le scappatoie che rimasero aperte con il precedente decreto, i dirigenti delle società di monete digitali dell'ex Impero Celeste fanno notare che, nei mesi passati, gran parte delle aziende attive nel comparto si erano attrezzate, spostando le loro sedi al di fuori del territorio del Dragone.
Molte piattaforme di scambio di criptovalute cinesi hanno chiuso o si sono spostate all'estero nel 2017, dopo che il Paese, una volta il più grande centro di trading e mining di Bitcoin al mondo, ha vietato a queste compagnie di convertire la valuta legale in criptovalute e viceversa.
Sia Huobi Global che Binance, le due più grandi piattaforme di scambio attive in Cina, hanno dichiarato di aver già bloccato l’apertura di nuovi account a clienti cinesi, al fine di essere in piena regola con le nuove misure.
Il motivo del ban è semplice: il Governo ha dichiarato che le criptovalute non hanno un valore intrinseco e sono soggette ad un andamento troppo volatile. La verità potrebbe essere un’altra e secondo gli esperti il provvedimento sarebbe stato attuato per evitare la perdita di controllo sulle masse monetarie da parte della People's Bank of China.
Ban criptovalute in Cina: cosa è successo sui mercati
La notizia ha creato un po’ di trambusto sul mercato delle cripto e le azioni cinesi collegate alla blockchain hanno subito importanti ribassi. È il caso di Huobi Tech, crollata del 22% e OKG Technology Holdings Ltd, scesa del 19%.
Lo scossone è arrivato fino al NASDAQ, dove Canaan Inc ed Ebang International hanno messo a segno una flessione rispettivamente del 21% e del 7%. Anche i prezzi del Bitcoin, la criptovaluta per eccellenza, hanno subito un ribasso di circa il 20%, cosa che ci fa capire come l’impatto di queste nuove misure da parte della Cina potrebbe essere davvero limitato.
Bitcoin: quale futuro dopo il ban in Cina?
Per quanto la dichiarazione del Governo cinese possa essere corretta, ad Investire.biz non crediamo che questo ban possa rappresentare la fine di bitcoin. L’ecosistema delle cripto, che oggi sembra essere limitato alla sola speculazione, di fatto rappresenta il futuro sia dei pagamenti che della tecnologia in generale.
Oggi possiamo solo immaginare cosa sarà possibile attuare grazie agli smart contract, ma è molto probabile che questi sviluppi porteranno dei cambiamenti rivoluzionari all’intera economia. Bitcoin nasce proprio per combattere l’egemonia delle Banche Centrali: non sarà certo la PBOC a “far chiudere” la moneta digitale. Fermare la criptovaluta sarebbe come cercare di fermare il vento: è semplicemente impossibile!
Bitcoin, a nostro avviso, rappresenta un investimento da avere in portafoglio al pari dell’oro. Grazie alla sua essenziale caratteristica della scarsità, molto probabilmente crescerà di valore nel tempo, sfruttando l’effetto deflattivo che lo caratterizza. Non dimentichiamo che questa crypto nasce proprio per contrastare il potere inflattivo che gli istituti centrali hanno sulle monete Fiat.
Bitcoin, le previsioni per i prossimi mesi: le riserve degli exchange calano drasticamente
Per capire quale potrebbe essere il futuro di Bitcoin, è interessante guardare al grafico che compara il prezzo dello stesso con le scorte degli exchange. Questo dato (il numero di bitcoin detenuto nei wallet delle piattaforme di scambio) è al minimo storico, cosa che potrebbe coincidere con un aumento delle quotazioni.
Se guardiamo il grafico infatti ci accorgiamo di come l’andamento dei prezzi e questa misurazione siano correlati inversamente (quando uno sale, l’altro scende). In parole semplici, in questo momento il grosso dei Bitcoin è nei portafogli degli utenti e non sulle piattaforme: ciò potrebbe innescare nuovi rialzi.
Nel breve tuttavia il trend della prima valuta virtuale per capitalizzazione è al ribasso e come abbiamo visto durante il webinar del lunedi di ieri, è molto probabile un ritorno in area 32.500 dollari prima di una eventuale ripartenza.