Tesla senza crediti verdi non è un'azienda redditizia. I detrattori del produttore di auto elettriche continuano a sostenere questa tesi, facendo leva sul fatto che nel primo trimestre del 2021 l'azienda ha venduto 500 milioni di dollari di crediti fiscali alle altre case automobilistiche, a fronte di un'utile operativo di 600 milioni.
Facendo due conti, si capisce bene che la gran parte del profitto derivi da esso. Di conseguenza, nel momento in cui i competitor si allineano agli standard normativi per le emissioni di CO2 come realmente stanno facendo, la società di Palo Alto si troverebbe impoverita di una fonte di guadagno essenziale.
Tesla: perché quello dei crediti fiscali è un falso problema
Ma stanno effettivamente così le cose? Nel 2019 l'azienda di Elon Musk ha perso il credito federale negli Stati Uniti di 7.500 dollari. Da allora le vendite delle auto sono aumentate del 20% nel 2020, raggiungendo un controvalore di 15,2 miliardi di dollari. Il numero di veicoli elettrici immatricolati l'anno scorso ha sfiorato il target di 500 mila.
Da tempo Musk sosteneva che il successo di Tesla non fosse grazie ai contributi fiscali del Governo americano per ogni acquisto di auto elettrica, ma nonostante tali agevolazioni. Questo fa comprendere che le strade che Tesla può intraprendere per mantenere alti gli standard di reddito possono essere diverse, come quella di aumentare i prezzi o tagliare i costi puntando sulla tecnologia.
Se il primo aspetto può avere un impatto negativo sulla domanda il secondo invece è facilmente percorribile, dal momento che l'azienda californiana ha dato prova di adottare una tecnologia difficilmente replicabile.
Vi è poi la capacità innovativa da parte del suo AD, il quale sta puntando molto sulle auto a guida autonoma. Chiaramente il percorso è tutt'altro che semplice e anzi in diversi casi si è mostrato accidentato, come dimostra l'inconveniente che alcuni giorni fa è capitato in Texas dove hanno perso la vita due passeggeri. Lo stesso Musk ha definito questa la sfida più difficile dell'azienda, ma anche quella che potrà creare maggiormente valore.
Tesla: la guida autonoma per mantenere alto il valore in Borsa
Comprare le azioni Tesla espone comunque ha delle incognite che non riguardano i crediti fiscali e normativi, o comunque non esclusivamente quelli. In realtà vi è sempre un problema riguardo alle valutazioni fondamentali dell'azienda.
I multipli azionari tratteggiano un quadro che forse non corrisponde alla realtà effettiva e questo potrà spuntare fuori in tutta la sua evidenza a mano a mano che la concorrenza si fa sempre più ampia e minacciosa. Bisogna sempre considerare che nel complesso del settore automobilistico la quota di mercato della compagnia californiana è solo una parte esigua, soprattutto se si fa il raffronto con pesi massimi come Toyota, Volkswagen e Ford, ad esempio.
Morgan Stanley attribuisce un valore di 900 dollari per azione a Tesla, ma circa 330 dollari includono la vendita di software e robotaxi. Ciò vuol dire che, se l'attività a guida autonoma non otterrà il successo sperato, esistono delle probabilità che la quotazione di mercato si sgonfi.
A quel punto sarà importante capire se gli investitori manterranno le loro credenziali nei confronti della società automobilistica più capitalizzata al Mondo, oppure volgeranno l'attenzione verso altre formule d'investimento più redditizie.