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Elon Musk promette che entro il 2023 Tesla produrrà auto elettriche a un costo di 25 mila dollari;
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Per realizzare l'obiettivo integrerà la produzione internamente con celle per batterie più grandi ed efficienti;
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Il mercato è rimasto deluso dagli annunci di Musk e ha reagito vendendo il titolo Tesla a Wall Street
L'evento era attesissimo. Il mondo aspettava trepidante l'annuncio che Elon Musk avrebbe dato al Battery Day svoltosi nella giornata di ieri 22 settembre 2020. Il fondatore e CEO di Tesla è stato chiaro: la casa automobilistica produrrà auto elettriche autonome per soli 25 mila dollari.
L'enfant prodige sfida quindi la crisi economica e la pandemia riproponendo Tesla in prima linea nel mondo dell'automotive e sempre davanti alla concorrenza. Nell'ultima Assemblea degli Azionisti Musk aveva promesso che le vendite di auto elettriche sarebbero balzate quest'anno del 30-40%, per arrivare a quasi 500 mila vetture consegnate.
Crescita leggermente in calo rispetto al 2019, dove l'aumento è stato del 50%. Se vista però dalla prospettiva che considera gli eventi nefasti successi quest'anno, tale crescita ha qualcosa di fenomenale.
Tesla: batterie economiche e più efficienti, ecco come
Come farà Tesla a realizzare un'auto elettrica a soli 25 mila dollari? Musk ha esposto il concetto: si partirà da una produzione industriale totalmente integrata per costruire auto altamente sofisticate. Nel dettaglio, le nuove batterie saranno prodotte direttamente da Tesla e non verrà delegata più la tecnologia a partner come Panasonic, LG e CATL. Di particolare le batterie Tesla avranno un sistema denominato Tabless, che permette di evitare una componente di connessione tra le grandi celle di cui verranno dotate le batterie stesse e la destinazione dell'energia.
Le nuove celle saranno alte 80 mm e avranno un diametro di 46 mm. Questo significherà un aumento fino a sei volte della potenza energetica e fino a cinque volte della capacità. La vettura invece vedrà un miglioramento dell'autonomia del 16% che negli anni arriverebbe al 54%. Questo perché l'azienda produrrebbe le auto con le batterie integrate riducendone la massa complessiva, esattamente come lo sono i serbatoi di un aereo con l'ala.
Tutto ciò consentirà di abbassare in maniera sostanziale i costi di produzione (fino al 14%) e di conseguenza il prezzo del veicolo finale. Non è finita qui. La maggiore efficienza porterà indubbi vantaggi dal punto di vista della sicurezza, in quanto il rischio d'incendio sarà ridotto al minimo.
La fabbricazione su larga scala dovrebbe prendere il via non prima del 2022, ma nel frattempo Tesla aumenterà il rifornimento di celle per batterie dall'esterno. Intanto nell'impianto di Fremont, in California, verrà iniziata una linea di produzione sperimentale, mentre nella fabbrica di Grunheide, in Germania, saranno effettuate le produzioni vere e proprie.
Azioni Tesla: tensioni in Borsa
Il mercato è rimasto deluso e le azioni di Tesla hanno perso oltre il 5% nella seduta di ieri a Wall Street, peggiorando la situazione nell'Afterhours dove hanno lasciato sul terreno un altro 4,82%. Nemmeno il premarket di oggi annuncia un sentment positivo, visto che il titolo è in deciso calo di quasi il 5%.
A deprimere l'umore degli investitori sono stati due annunci che non sono arrivati: il primo che riguardava lo sviluppo di una batteria di durata decennale e il secondo maggiori dettagli sulla riduzione dei costi espressa in dollari per chilowattora. In questo secondo caso soprattutto, le aspettative erano di sentirsi dire da Elon Musk che il prezzo delle auto elettriche sarebbe sceso al di sotto di quello delle auto a combustione.
L'Amministratore Delegato di Tesla invece è sembrato vago e senza quello sprint che il mercato presumeva. A questo probabilmente si aggiunge anche il fatto che i tempi per ultimare tutte le innovazioni promesse sono relativamente lunghi. Con le turbolenze di ieri, la capitalizzazione di mercato della società californiana si è ridotta di 20 miliardi di dollari alla chiusura delle contrattazioni.
Bisogna considerare però che dall'inizio dell'anno i corsi azionari del gruppo sono cresciuti quasi del 500% e che, sebbene ci sia stata la delusione per il mancato ingresso nell'indice di Borsa S&P 500, i prezzi sono sfrecciati dai minimi recenti di 330 dollari a 424,3 dollari alla chiusura di ieri.