Il sentiment a Wall Street è in graduale miglioramento. Da quando il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha assunto un aspetto più conciliante verso i partner commerciali in tema di dazi, le sedute alla Borsa americana sono maggiormente contrassegnate dal segno verde.
Negli ultimi giorni è arrivata una doppia notizia positiva: i delegati di USA e Cina si incontreranno in Svizzera per avviare trattative con lo scopo di mettere fine alla guerra commerciale e Usa e Regno Unito hanno raggiunto un accordo commerciale sui dazi.
In verità, quest'ultima strada era facile da percorrere, visti i buoni rapporti tra le due nazioni e grazie al fatto che la Gran Bretagna è uno dei pochi Paesi in deficit nella bilancia commerciale con gli Stati Uniti. La questione cinese è invece estremamente spinosa, non solo per una questione squisitamente commerciale, ma anche e soprattutto per gli attriti consolidati tra Washington e Pechino nell'ambito della lotta per la supremazia economica e tecnologica.
Gli investitori tuttavia puntano su una de-escalation che finirebbe per riflettersi positivamente nei prezzi delle azioni a Wall Street. Il buon umore si è manifestato anche a dispetto di quanto emerso durante la riunione di questa settimana della
Federal Reserve, in cui il governatore
Jerome Powell ha messo un freno a qualsiasi aspettativa di tagli aggressivi dei tassi di interesse e posto l'accento sul rischio del ritorno dell'inflazione.
Wall Street: meglio azioni large-cap e value?
Gli analisti però non la pensano allo stesso modo e gli appelli alla prudenza sono numerosi. Tra questi segnaliamo quello di Barclays, che preferisce fare una selezione delle azioni americane. Nel loro ultimo rapporto, gli analisti della banca londinese hanno manifestato una predilezione per le azioni value large-cap, mettendo in secondo piano le growth e le small-cap. Ciò nonostante il recente rimbalzo dei titoli tecnologici.
A loro giudizio, il contesto macroeconomico volatile e incerto, i persistenti rischi di recessione e i tassi di interesse elevati sposteranno le posizioni verso le azioni value ad alto rendimento e basso beta, che "offrono una relativa sicurezza". Al contrario, il settore tecnologico rimane vulnerabile alle politiche commerciali.
"Rimaniamo 'neutral' sul 'growth' negli USA a causa del suo beta elevato e delle deboli revisioni degli utili per l’anno fiscale (rispetto alle tendenze storiche) al di fuori delle mega-cap tech", hanno affermato gli analisti di Barclays.
Per quanto riguarda il discorso delle dimensioni, l'istituto finanziario ha espresso una preferenza per le aziende a grande capitalizzazione in quanto hanno "una migliore esposizione alla qualità, una migliore crescita di vendite/EPS e un rischio di leva finanziaria/rifinanziamento molto inferiore".
Con riferimento al tema dei dazi, Barclays ha avvertito che "gli impatti tariffari ancora in evoluzione potrebbero pesare sul sentiment di mercato".