La stagione delle trimestrali a Wall Street finora è la migliore dal 2021 per quanto riguarda il secondo trimestre. Secondo i dati Bloomberg, circa l'83% delle aziende ha superato le stime degli analisti. Una cifra che non si è mai vista da quattro anni a questa parte.
È pur vero che molti analisti avevano abbassato le aspettative a causa dell'incertezza derivante dalle tensioni commerciali sui dazi. Ciò non toglie che i risultati finora siano più che soddisfacenti, con la crescita complessiva degli utili che si è attestata al 4,5% su base annua nel trimestre di giugno, a fronte di previsioni per un aumento del 2,8%.
Alcune aziende importanti hanno particolarmente brillato. Alphabet, ad esempio, ha incrementato le vendite trimestrali beneficiando dei vantaggi derivanti dall'intelligenza artificiale; mentre Netflix ha migliorato le previsioni per l'intero anno relativamente ai ricavi e ai margini di profitto.
Le azioni in Borsa hanno reagito di conseguenza, con
l'indice S&P 500 che ha aggiornato il suo record storico questa settimana. Ciò è avvenuto anche grazie all'allentamento delle turbolenze sul fronte dei dazi, con l'accordo raggiunto tra Stati Uniti e Giappone che si unisce a quelli che il presidente Usa
Donald Trump ha già concluso con Gran Bretagna e Cina.
Wall Street: le trimestrali a supporto del rally?
Ogni volta che le quotazioni a Wall Street raggiungono nuove vette, avanza il timore di una forte correzione che istilla nella mente degli investitori il dubbio se entrare a mercato per afferrare il treno in corsa o evitare di rimanere incastrati comprando ai massimi.
Secondo Mark Hackett, chief market strategist di Nationwide, affinché il rally della Borsa americana persista, è necessario che gli utili societari "continuino a impressionare gli investitori". A suo giudizio, "poiché alcuni degli scenari pessimistici stanno svanendo, i commenti del management sono meno prudenti e le stime per il 2025 e il 2026 stanno iniziando ad aumentare, il che fornisce vento in poppa alle azioni".
Tuttavia, c'è un problema relativo alle alte valutazioni. Ora l'indice S&P 500 è scambiato a circa 22,5 volte gli utili previsti, una cifra ben superiore alla media decennale del suo multiplo di 18,6 volte.
Questo potrebbe rappresentare un rischio, soprattutto per quelle aziende che in questa stagione delle trimestrali non dovessero rispettare le stime. I multipli elevati sono il motivo per cui Dec Mullarkey, amministratore delegato di SLC Management, sta tenendo d'occhio non solo i risultati degli utili, ma anche le indicazioni future delle società.
"I risultati più forti del previsto sono un supporto per le azioni, ma questo è un mercato esigente. Le aziende devono avere una storia decente e una prospettiva forte", ha affermato.
John Kolovos, chief technical market strategist di Macro Risk Advisors, avverte degli effetti negativi della troppa euforia negli investitori. "Il sentiment eccessivamente rialzista è ancora il principale fattore di rischio del mercato", ha detto.