L'ultima ottava che ci siamo lasciati alle spalle ha sancito ancora una volta un massimo storico a Wall Street, in un clima di entusiasmo generale. Gli investitori hanno ormai superato la paura derivante dalle tensioni commerciali, anche grazie agli accordi che gli Stati Uniti hanno concluso prima con Gran Bretagna e Cina, e più di recente con il Giappone.
In particolare, sono rimasti molto soddisfatti finora dalla stagione delle trimestrali, che ha mostrato come le aziende siano state molto resilienti ai dazi imposti dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump e abbiano mantenuto le prospettive per il resto del 2025.
Secondo i dati raccolti da Bloomberg, nel secondo trimestre, al momento, l'83% delle società dell'indice S&P 500 ha superato le stime degli analisti. Si tratta della percentuale più alta per il trimestre di giugno dal 2021.
Le quotazioni alla Borsa americana sono passate sopra anche alle incertezze sui
tassi di interesse della Federal Reserve. Dopo i dati più forti del previsto del mercato del lavoro statunitense della scorsa settimana, le aspettative sono che la Banca centrale sia meno aggressiva nei tagli al costo del denaro.
Tuttavia, bisognerà aspettare la riunione che inizia domani e termina mercoledì sera con la conferenza stampa del governatore Jerome Powell, in occasione della quale probabilmente si avranno indicazioni più chiare sul percorso che intende intraprendere l'istituto monetario.
Wall Street: è allarme bolla?
Le valutazioni a Wall Street ora sono molto alte. L'indice S&P 500 è negoziato a 22,5 volte i guadagni previsti, mentre nell'ultimo decennio in media ha scambiato a 18,6 volte. Questo potrebbe essere un segnale che il mercato si sia spinto troppo oltre.
Gli strategist di Bank of America avvertono di un allarme bolla, a causa dell'allentamento della politica monetaria e della regolamentazione finanziaria. In generale, il team guidato da Michael Hartnett ha osservato che il tasso di riferimento mondiale è sceso dal 4,8% al 4,4% nell'ultimo anno dopo i tagli delle Banche centrali di Regno Unito, Europa e Cina. Inoltre, si prevede che tale tasso scenderà ulteriormente al 3,9% nei prossimi 12 mesi.
Sul fronte della regolamentazione finanziaria, gli strateghi sottolineano che gli Stati Uniti stanno prendendo in considerazione alcune modifiche normative per favorire la quota degli investitori al dettaglio a Wall Street. Ciò significa, "maggiore liquidità, più alta volatilità, e quindi bolla più grande", hanno scritto in una nota.
L'avvertimento di BofA non è il primo. Già a dicembre la banca aveva avvisato del pericolo di una forte correzione dopo il forte rally del 2024; e l'S&P 500 è crollato in seguito.
Recentemente, anche gli strategist di JPMorgan Chase e UBS hanno affermato che il mercato potrebbe essere troppo ottimista di fronte ai persistenti rischi commerciali.
Di tutt'altro avviso è invece Michael Wilson, chief investment officer di Morgan Stanley, secondo cui lo slancio positivo degli utili, la robusta leva operativa e i risparmi fiscali danno motivo per rimanere rialzisti sulle azioni americane.