Wall Street ha interrotto la serie di pesanti ribassi nelle ultime sedute grazie alla tregua della guerra commerciale. Dapprima il presidente
Trump ha congelato per 90 giorni i dazi su decine di Paesi e poi, nel fine settimana, ha esentato in via temporanea alcuni beni di consumo elettronici come PC e smartphone dall'applicazione delle tariffe. Quest'ultimo provvedimento riguarda anche le importazioni dalla Cina, con cui gli Stati Uniti sono in aperto conflitto commerciale.
L'indice
S&P 500 ha respirato, ma dall'inizio dell'anno è ancora in perdita di oltre 7 punti percentuali. C'è un dato statistico un po' inquietante che lascia presagire che l'andamento del benchmark per il resto dell'anno potrebbe non essere positivo.
Secondo i dati raccolti da Bloomberg, considerando le 15 migliori sedute dell'S&P 500, solo nel 43% dei casi si sono verificati rialzi nei sei mesi successivi. Il riferimento nello specifico è alla sessione di mercoledì 9 aprile, quando l'indice è balzato di 9,52 punti percentuali entrando di diritto nella storia dei più grandi rialzi giornalieri di sempre.
Wall Street: le banche USA rivedono le previsioni
Le grandi banche americane non credono molto in una ripresa duratura delle quotazioni a Wall Street, perché avvertono che i dazi alla fine freneranno la crescita degli utili delle aziende americane.
Scott Chronert, responsabile della strategia azionaria di Citigroup, ha abbassato la stima degli utili da 270 a 255 dollari per azione, e con questa la proiezione sull'S&P 500 da 6.500 a 5.800 punti per fine 2025 (l'ultima chiusura settimanale è stata di 5.363).
"Senza dubbio, il sentiment di riccioli d'oro in atto all'inizio di quest'anno ha lasciato il posto a un'abietta incertezza", ha scritto Chronert in una nota. "Questo è successo per una buona ragione: l'approccio tariffario annunciato dall'amministrazione Trump è destinato a sconvolgere un sistema commerciale globale che si è sviluppato da quando la Cina è entrata nell'Organizzazione mondiale del commercio nel 2001".
Dello stesso avviso è Mike Wilson, capo strategist di Morgan Stanley, secondo cui i guadagni aziendali saranno più bassi, da 271 a 257 dollari, mentre l'S&P 500 sarà scambiato tra 5.000 e 5.500 punti. "La pausa di 90 giorni sui dazi reciproci e ulteriori concessioni durante il fine settimana riducono la probabilità a breve termine di una recessione, ma l'incertezza rimane alta", ha affermato, avvertendo che l'S&P 500 potrebbe crollare di nuovo sotto i 5.000 e ritestare i minimi della scorsa settimana se i rendimenti dei Treasury a 10 anni salissero oltre il 5%. Tuttavia, "un accordo commerciale più ampio con la Cina che riduca significativamente le tariffe ancora in vigore causerebbe un significativo rialzo", ha precisato.
Gli strategist di Goldman Sachs la scorsa settimana hanno avvertito di un deterioramento della liquidità nel mercato azionario, il che ha contribuito a un'impennata della volatilità. Tutto ciò "a causa delle preoccupazioni sui dazi che hanno scosso il mercato", ha scritto in una nota il team guidato da David Kostin. "L'incertezza sulle prospettive economiche e sulla traiettoria della politica commerciale ha reso il mercato particolarmente sensibile al flusso di notizie", ha aggiunto.