Il mercato azionario americano è sembrato particolarmente turbato in questa settimana natalizia. L'S&P 500 si è allontanato dal suo massimo storico raggiunto il 10 dicembre a 4.752 punti e avverte un peggioramento del sentiment da parte degli operatori.
Il cambiamento di veduta sull'inflazione da parte della Federale Reserve ha determinato una crepa nel mercato, che confidava nel fatto che la Banca Centrale avrebbe mantenuto i tassi bassi fino al 2023. Così non sarà più e nell'ultimo meeting del FOMC del 15 dicembre è risultato chiaro che il prossimo anno si darà vita a un ciclo di 3 rialzi del costo del denaro a partire da marzo.
Proprio a marzo dovrebbe concludersi il tapering iniziato a novembre di quest'anno. Il programma era inizialmente per la scadenza a giugno ma, vista la crescita dei prezzi al consumo arrivata ai massimi del 1982, la Fed ha deciso di raddoppiare da 15 a 30 miliardi la riduzione degli acquisti mensili di obbligazioni pubbliche e private.
Ad affossare le quotazioni di Wall Street non è stata solo la svolta hawkish di Jerome Powell. La variante Omicron sta dilagando in tutti gli USA e ora rappresenta il 73% dei contagi da Coronavirus nella popolazione. Quanto effettivamente sarà dannosa per l'attività economica del Paese saranno i prossimi giorni a dirlo, in base al numero delle ospedalizzazioni. Il mercato però sta avvertendo una preoccupazione impellente che lo fa restare guardingo.
A tutto questo si è aggiunto il mancato voto del senatore democratico Joe Manchin all'approvazione del pacchetto di spesa da 2.000 miliardi di dollari di Joe Biden che ha provocato una stagnazione negli obiettivi della Casa Bianca per rilanciare l'economia.
Wall Street: perché gli investitori stanno investendo nei fondi
Se gli investitori fuggono dalle azioni, non significa però che lo facciano dai fondi azionari. Anzi, è stato l'esatto opposto. Bank of America ha rilevato che la settimana scorsa è stata investita complessivamente una cifra di 36 miliardi di dollari nei fondi, l'afflusso settimanale più importante degli ultimi 3 mesi.
A questo si aggiungono i dati pubblicati da Citigroup, che mostrano come dall'inizio dell'anno nei fondi comuni e negli ETF americani sono confluiti circa 250 miliardi di dollari, con una media di 5 miliardi a settimana.
Perché questo è avvenuto? Probabilmente per una questione di diversificazione di portafoglio, in un momento in cui le turbolenze di mercato mettono a rischio gli investimenti singoli. Questo significa che i fondi azionari ora hanno molto denaro tra le mani e i gestori potranno decidere al meglio come amministrarlo.
Un recente sondaggio di Bank of America ha accertato che i gestori detengono il 5,1% dei portafogli in liquidità. Dal 2011 a oggi, l'S&P 500 ha registrato una performance media annua del 6,5% nei 6 mesi successivi al raggiungimento di tale quota. Chissà che questo non sia di buon auspicio per l'anno che verrà.