Il mese di giugno ha riservato agli investitori un
nuovo record a Wall Street. L'indice
S&P 500 ha superato di slancio il top di febbraio di 6.147 punti, grazie alla tregua in Medio Oriente e all'accordo commerciale tra USA-Cina su dazi e altre restrizioni. Solo fino a un paio di mesi fa sembrava quasi impossibile che il benchmark americano tornasse nuovamente a galoppare dopo il sell-off violento di inizio aprile innescato dalla guerra commerciale. Gli operatori si erano già rassegnati a un 2025 con il segno rosso, seguendo un biennio di grandi performance.
La situazione si è invece capovolta e ora si guarda alla seconda parte dell'anno con maggiore fiducia e ottimismo. È probabile che Wall Street dovrà sostenere importanti banchi di prova, come la prossima stagione delle trimestrali o la tenuta dell'economia americana di fronte alle politiche imprevedibili del presidente Usa Donald Trump. Tuttavia,
un alleato dei mercati potrebbe essere la Federal Reserve, con i trader che scontano la ripresa del ciclo aggressivo di tagli ai tassi di interesse dopo un lungo periodo di pausa.
Wall Street: il modello di JP Morgan per prevedere il futuro
Questa settimana, gli strategist di JP Morgan Chase hanno lanciato un modello in grado di prevedere con una certa attendibilità quale potrebbe essere il corso delle azioni nella seconda parte del 2025. Secondo quanto indicato da una nota ai clienti elaborata da Nikolaos Panigirtzoglou, tale modello pronostica la prosecuzione del rally azionario sulla base di sei segnali: il momentum economico, il momentum dei prezzi, il turnover, il valore, le posizioni e i flussi.
Dall'ultima rilevazione, considerando gli input del modello, si evince una probabilità del 96% del rialzo delle azioni, "il che implica una bassa probabilità di un ribasso dell'S&P 500 nei prossimi sei mesi", ha scritto Panigirtzoglou. L'esperto sottolinea che tra i sei segnali utilizzati dal modello, quello che più supporta l'idea di un rialzo delle azioni è rappresentato dai flussi, o meglio dalla differenza tra i flussi dei fondi azionari e obbligazionari monitorati dalla società, rispetto ai dati storici.
In pratica, nelle ultime quattro settimane tale differenza è stata negativa, con i fondi azionari che hanno registrato deflussi e quelli azionari afflussi. Questo significa che l'S&P 500 è salito, nonostante molti investitori abbiano ridotto la loro esposizione azionaria.
Ad ogni modo, gli strategist di JP Morgan hanno messo in luce che il modello a sei variabili ha ottenuto risultati migliori rispetto a un modello realizzato con l'intelligenza artificiale che adopera input simili o ad altri modelli che seguono diversi approcci. In particolare, la nuova tecnica del team della banca si è mostrata eccellente nel prevedere i movimenti al ribasso del mercato, hanno osservato gli esperti.