Wall Street si è lasciata alle spalle una settimana difficile confermando però l'intonazione positiva dell'ultimo periodo.
L'indice S&P 500 ha guadagnato circa 20 punti percentuali dai minimi di aprile, cioè dal momento più difficile della guerra commerciale innescata dal presidente degli Stati Uniti
Donald Trump.
Le trattative affinché gli Usa raggiungano un accordo sui dazi con Europa e Cina dopo il congelamento per 90 giorni non stanno producendo grandi risultati, ma lo stallo non sta intaccando il sentiment degli investitori come faceva fino a qualche settimana fa. Il mercato dunque sembra essersi immunizzato ai cambi repentini di umore di Trump. Anche le tariffe raddoppiate al 50% su alluminio e acciaio, in vigore dal 4 giugno, non hanno sortito effetti disastrosi.
Wall Street ha reagito bene anche alle altissime tensioni geopolitiche derivanti dall'escalation nella guerra in Ucraina. I negoziati per giungere a una pace non stanno proprio portando da nessuna parte e si profila sempre più lo scenario drammatico di un conflitto allargato. In altri momenti, questo sarebbe bastato per scatenare una corsa alle vendite in Borsa. Stavolta, invece, gli investitori sembrano non voler scontare nei prezzi la peggiore delle eventualità.
Wall Street: le banche sono diventate ottimiste
In un clima di rinnovato ottimismo, HSBC sta sovrappesando le azioni statunitensi dopo le trimestrali presentate dalle Big Tech che hanno mostrato una crescita forte nonostante le politiche commerciali aggressive di Trump.
"I titoli beneficeranno del boom dell'intelligenza artificiale", ha affermato Willem Sels, global chief investment officer di HSBC Global Private Banking e Premier Wealth. "Con l'evoluzione e la crescente adottabilità dell'intelligenza artificiale, anche la domanda di memoria e capacità di elaborazione sta aumentando. I semiconduttori, i data center, i cloud storage, le reti e i software dovrebbero beneficiare di questa tendenza".
I commenti di Sels sono arrivati a seguito delle mosse di alcune grandi banche internazionali che hanno aumentato gli obiettivi sull'indice S&P 500. Tra queste Barclays, che ha portato il target da 5.900 a 6.050 punti entro la fine dell'anno in corso e prevede una salita fino a 6.700 nel 2026. Gli strategist della banca londinese vedono nella crescita degli utili per azione delle aziende il principale catalizzatore di un nuovo rally azionario.
"Dopo che i venti contrari dei dazi saranno assorbiti nei restanti trimestri del 2025, ci aspettiamo che il 2026 torni a un ritmo di crescita degli utili più normalizzato", ha scritto in una nota il team guidato da Venu Krishna.
In precedenza anche Goldman Sachs, Deutsche Bank e UBS Global Wealth Management avevano migliorato l'outlook sulla Borsa americana. I rischi tuttavia rimangono, rilevano gli osservatori finanziari. "Le preoccupazioni sulle prospettive fiscali statunitensi potrebbero mantenere elevati i tassi di interesse", hanno sottolineato gli strategist di Barclays. Nel contempo, non è scongiurato il pericolo di "un potenziale calo della spesa dei consumatori" negli Stati Uniti, hanno aggiunto.