I future a Wall Street segnalano un leggero rialzo, dopo che l'ultima seduta della Borsa americana si è chiusa in rosso. Il sentiment degli investitori si è un po' inasprito a seguito della pubblicazione sui social, da parte del presidente degli Stati Uniti
Donald Trump, degli screenshot delle lettere inviate a 14 Paesi per avvertirli di
dazi salati a partire dal 1° agosto. Da qui ad allora ci sarà tempo per scendere a patti, come è già avvenuto in diverse occasioni, ma l'incubo del mercato di rivivere una nuova fase della guerra commerciale ha fatto scendere le quotazioni in Borsa.
Nel contempo, gli operatori di mercato si stanno preparando alla stagione delle trimestrali che inizierà la prossima settimana quando, come di consueto, le grandi banche americane inaugureranno la serie dei conti. Le aspettative sono per utili robusti nonostante i dazi, o comunque resilienti alle tariffe. L'attenzione però sarà concentrata sull'evoluzione della situazione legata all'intelligenza artificiale e a come le società prevedono che questo possa riflettersi sugli utili aziendali.
Wall Street: attenzione a questo indicatore
Una delle più grandi preoccupazioni dei trader nel corso del rally pluriennale dell'indice
S&P 500 a Wall Street è sempre stata la
crescente concentrazione del mercato. In sostanza, l'ascesa del benchmark è stata determinata in gran parte dalle performance eccezionali di una manciata di titoli tecnologici altamente capitalizzati. Il rischio di una scarsa ampiezza del mercato sta nel fatto che nel momento in cui l'andamento di questi pochi titoli cambia direzione, tutta la Borsa americana finisce per risentirne.
Attualmente, c'è un segnale poco rassicurante in tal senso. Secondo un'analisi di Oppenheimer & Co., il divario tra il numero di società quotate che hanno raggiunto nuovi massimi e il numero di quelle che hanno registrato nuovi minimi è di sole 88 unità. Se si considerano i dati risalenti al 1972, una differenza di meno di 100 unità è stata seguita da rendimenti dell'indice S&P 500 inferiori alla media nei successivi 12 mesi. In pratica, quando l'ampiezza è così ristretta, le prestazioni della Borsa americana sono più scarse.
I dati compilati da Bloomberg rafforzano questa analisi. Dai minimi di aprile, l'S&P 500 ha aumentato di circa un quarto il suo valore, ma appena il 10% delle azioni in esso contenute ha determinato i suoi rendimenti, in calo rispetto a una media del 22% tra il 2010 e il 2024. Inoltre, mentre l'S&P 500 classico ha recentemente aggiornato il suo massimo storico, lo stesso benchmark equiponderato non segna un record dal 29 novembre.
Ari Wald, analista senior di Oppenheimer, ritiene che una partecipazione più ampia sia importante in quanto "i rally con la maggior parte dei titoli partecipanti, sia grandi che piccoli, sono in genere quelli che durano di più". L'esperto invece vede un aspetto positivo in relazione alle azioni a bassa capitalizzazione, con l'indice Russell 2000 che ha oltrepassato la media mobile a 200 giorni. Tuttavia, se tali miglioramenti dovessero essere cancellati, "ciò segnalerebbe che il rally potrebbe esaurirsi e porrebbe le basi per una volatilità stagionale più avanti nel terzo trimestre", ha aggiunto.