Wall Street: ecco perché il dollaro debole potrebbe spingere le azioni | Investire.biz

Wall Street: ecco perché il dollaro debole potrebbe spingere le azioni

28 apr 2025 - 15:02

28 apr 2025 - 18:34

Secondo gli strategist di Morgan Stanley, la debolezza del dollaro potrebbe comportare un vantaggio per le aziende americane e le azioni quotate a Wall Street

Mentre la stagione delle trimestrali entra nel vivo, Wall Street inizia la settimana dopo quattro sedute consecutive al rialzo. Molti sperano che finalmente la Borsa americana abbia superato il momento critico e si avvii per un altro rally come quello degli ultimi anni. Tuttavia, le incertezze sono ancora tante ed a prevalere è ancora una buona dose di cautela.
 
La guerra commerciale tra gli Stati Uniti e gli altri Paesi, in primis la Cina, è ancora lontana da una risoluzione. Tra Washington e Pechino ci sono stati timidi segnali di disgelo la scorsa settimana, quanto è bastato per migliorare l'umore degli investitori. Quantomeno c'è piena consapevolezza da entrambi i fronti che le attuali tariffe sono insostenibili per l'economia delle due nazioni. I funerali del Santo Padre sono stati anche l'occasione per avvicinare il presidente degli Stati Uniti Donald Trump all'Europa.
 
A partire dal 9 aprile la guerra commerciale tra le due sponde dell'Atlantico è congelata, ma per fare in modo che ciò diventi una realtà definitiva è necessario trovare un accordo. Il blitz del premier italiano Giorgia Meloni di alcuni giorni fa alla Casa Bianca probabilmente ha già avuto un certo impatto in ottica di ricomposizione dei rapporti tra USA ed Unione europea. Si spera che nelle prossime settimane i segnali confortanti siano supportati da una maggiore sostanza pratica.
 
La serie delle trimestrali a Wall Street intanto scorre tra luci e ombre, ma c'è da dire che delle "big" sono scese in campo, oltre le grandi banche, poche altre società tra cui Netflix, Tesla e Alphabet. Occorre quindi che altre megacap rilascino i dati per avere un quadro completo della situazione. Soprattutto per vedere in prospettiva quale possa essere l'impatto dei dazi sulla base delle indicazioni delle società.
 
 

Wall Street: Morgan Stanley punta sulle azioni USA 

In tale contesto, c'è una certa preoccupazione per la debolezza del dollaro USA, indice di una perdita di fiducia nell'economia statunitense da parte del mercato. Tuttavia, Michael Wilson, strategist di Morgan Stanley considera questo un aspetto positivo per gli utili societari americani, il che "aiuterà il mercato azionario USA a sovraperformare il resto del mondo".
 
Una buona parte delle aziende facenti parte dell'indice S&P 500 produce una quantità rilevante di ricavi all'estero e quindi ottiene maggiori benefici una volta convertiti in dollari americani i profitti espressi in valuta straniera. Wilson cita anche una crescita meno volatile degli utili e una qualità maggiore delle società americane rispetto ai rivali stranieri. "Rimaniamo in un contesto di fine ciclo in cui sia la sovraperformance relativa della qualità che quella delle large cap dovrebbero continuare", ha scritto oggi in una nota.
 
A suo avviso, comunque, l'S&P 500 rimarrà confinato tra 5.000 e 5.500 punti (l'ultima chiusura a Wall Street è stata di 5.525). Affinché ci sia un aumento del benchmark più sostanziale, sono richiesti "un accordo tariffario con la Cina, un chiaro rimbalzo delle stime sugli utili e la possibilità di una politica monetaria più accomodante da parte della Federal Reserve", ha detto l'esperto.
 
Le opinioni di Wilson sono in contrasto con il pensiero di Mislav Matejka, strategist di JPMorgan Chase, il quale risulta tra coloro che preferiscono le azioni internazionali rispetto a quelle USA. "Il rapporto rischio-rendimento è migliore per le azioni non statunitensi, soprattutto se il presidente Donald Trump continua a fare marcia indietro sulla politica tariffaria e le possibilità di una recessione rimangono elevate", ha affermato.
 
Dello stesso avviso è Alain Bokobza, responsabile dell'asset allocation di Société Générale SA, secondo cui "gli investitori continueranno a ridurre l'esposizione alle azioni statunitensi e al dollaro se Trump persisterà con la sua politica commerciale".
 
 
 
 

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