Per più di un decennio le azioni tecnologiche hanno guidato il rally di Wall Street, con gli indici che hanno sistematicamente aggiornato i record storici. Tutto quanto è stato favorito dal denaro a costo zero offerto dalla
Federal Reserve che, eccezion fatta per una breve parentesi del 2018, ha inondato il mercato di dollari rendendo agevole il finanziamento delle società che puntavano sulla crescita. Così anche realtà non redditizie hanno avuto l'occasione di proliferare macinando rialzi portentosi nei mercati azionari. Dal cloud computing al software, ai social media e alle auto elettriche, vi è stato un surriscaldamento degli investitori per qualsiasi cosa sapesse di tecnologico.
La festa è finita nel 2022, quando la Banca Centrale americana ha reso chiaro, al di là di ogni ragionevole dubbio, che la politica monetaria avrebbe fatto un'inversione a U. L'epoca della bambagia monetaria che ha ingrassato il bilancio della Fed di 9.000 miliardi di dollari si apprestava a chiudere i battenti e i tassi a zero tenuti per lungo tempo sarebbero stati solo un ricordo. Quest'anno infatti il costo del denaro è stato aumentato già 2 volte e fino alla fine del 2022 con ogni probabilità assisteremo almeno ad altre 5 strette. La colpa di tutto questo è da imputare a un'inflazione inarrestabile, che non si vede a questi livelli da inizio degli anni '80.
Tale stato delle cose e soprattutto le prospettive per i mesi, se non anni, a venire hanno messo in fuga gli investitori dalle azioni tecnologiche. La ragione è semplice. Gli investimenti per il futuro su cui fanno affidamento le aziende orientate alla crescita sono diventati molto più onerosi in termini di costo di finanziamento. Inoltre, i flussi reddituali prospettici oggi sono meno preziosi, essendo attualizzati a un tasso di sconto maggiore. A questo si aggiunge un altro fattore letale che adombra l'umore degli investitori, ossia lo spauracchio di una recessione che farà scendere la domanda dei consumatori soprattutto per i beni discrezionali.
Nel 2022 il settore della tecnologia nell'indice S&P 500 ha sottoperformato il paniere più ampio, segnando il più grande divario dal 2004, nonché il peggiore inizio dal 2002. Il mercato quindi ha svoltato verso i titoli value, che hanno solide fondamenta e che distribuiscono dividendi, sempre preziosi in un ambiente altamente inflazionistico. Società come Exxon Mobil, Coca-Cola, Altria Group hanno preso il posto di altre come Tesla, Nvidia e Meta Platforms nel portafoglio degli investitori.
Wall Street: analisti divisi sul declino della tecnologia
Tenuto conto di questo quadro alquanto plumbeo, ci si chiede se il 2022 segnerà proprio la fine del dominio della tecnologia a Wall Street. Chris Covington, responsabile degli investimenti di AJO Vista, ritiene che sia in corso un cambiamento nel regime di mercato, perché è davvero difficile credere che si possano ottenere le sovraperformance della crescita che si sono viste negli ultimi 5 anni.
In alcuni operatori di mercato si sta agitando anche lo spettro delle dot-com, naufragate all'inizio degli anni 2000, quando il
NASDAQ perse quasi l'80% del suo valore da marzo di quell'anno a ottobre del 2002. Ben Inker, co-responsabile dell'asset allocation presso il gestore finanziario di Boston GMO, ha affermato che, quando le bolle si rompono, non solo i titoli tendono a scendere al loro valore equo, ma
gli investitori hanno la tendenza a passare dall'altra parte. L'esperto ha sottolineato come il premio con cui le azioni growth sono scambiate rispetto a quelle value sia al di sopra dei livelli storici.
A dare speranza ai sostenitori della tecnologia vi sono alcuni investitori e analisti che reputano che il dominio delle aziende tech non sia ancora terminato a Wall Street. Jay Kaeppel, analista di Sundial Capital Research, mette in luce come il rapporto tra opzioni put e opzioni call sul Technology Select Sector SPDR Fund sia stato elevato. Questo potrebbe essere un segnale che il peggio potrebbe essere passato per il settore.
A giudizio di David Eiswert, portfolio manager di T.Rowe Price, ci sono delle buone opportunità nel ramo tech, ma occorre differenziarsi e non comprare semplicemente un paniere di azioni del comparto. A suo avviso, ad esempio, società come Amazon sono interessanti dopo i recenti ribassi e potrebbero essere utili da inserire in portafoglio.