Il rapporto sull'occupazione statunitense del prossimo venerdì potrebbe essere di importanza cruciale per l'economia statunitense e per le quotazioni azionarie a Wall Street. Gli analisti si aspettano per il mese di settembre la creazione di 144 mila nuovi posti di lavoro e un tasso di disoccupazione fermo al 4,2%.
I dati probabilmente tracceranno il sentiero dei tassi di interesse nei prossimi mesi. Se la lettura sarà più negativa del previsto, la
Federal Reserve avrebbe pochi ostacoli davanti per tagliare ancora il costo del denaro di mezzo punto percentuale nel mese di novembre. Soprattutto dopo che l'inflazione core - il parametro preferito dalla Fed nelle scelte di politica monetaria - è scivolata al 2,2% la scorsa settimana, oltre il 2,3% atteso dagli analisti.
Tutto questo da un lato potrebbe rinfrancare il mercato, che a quel punto si aspetta un accomodamento monetario più aggressivo. Da un altro lato però significherebbe che una recessione economica è vicina negli Stati Uniti e quindi gli investitori potrebbero anche reagire vendendo le azioni.
D'altronde, gli ultimi due rilasci sul mercato del lavoro hanno mandato al tappeto le azioni a Wall Street proprio perché hanno fatto presagire una contrazione economica, costringendo la Fed a intervenire con sollecitudine. Ora, con i principali indici azionari che veleggiano sui massimi storici grazie agli stimoli monetari, difficilmente gli investitori digerirebbero cattive notizie che possano mettere a rischio l'atterraggio morbido che ormai si attendono.
Wall Street: quali azioni comprare dopo dati lavoro USA
Dove investire quindi dopo i non farm payroll che il Dipartimento del Lavoro USA pubblicherà questa settimana? Secondo gli strategist di Goldman Sachs, se il rapporto sull'occupazione sarà solido, si potrebbe puntare su una "rotazione dai nomi più redditizi del mercato alle azioni con utili più deboli".
In sostanza, gli investitori sarebbero spinti a "valutare con probabilità più basse un sostanziale indebolimento del mercato del lavoro" e quindi a "passare dai costosi titoli di qualità a società di qualità inferiore meno amati", hanno sottolineato gli esperti della banca statunitense. Secondo un'analisi fatta da Bloomberg, quest'anno una strategia costruita sui titoli più redditizi a Wall Street è risultata tra le cinque più performanti.
Michael Wilson, strategist di Morgan Stanley, invece ha ribadito la sua preferenza per le mega cap e i settori di alta qualità, rimarcando il fatto che "il mercato del lavoro statunitense sarà un driver per le azioni più importante rispetto alle prospettive dei tassi di interesse".