Il mese di novembre a Wall Street è stato abbastanza anomalo per la Borsa americana. Solitamente è tra i mesi più forti dell’anno, in quanto caratterizzato dall’inizio delle festività, che fanno crescere la voglia di acquistare di consumatori e investitori. Nel 2025, però, ci sono stati alcuni venti contrari che hanno reso novembre un po’ turbolento, facendo terminare il bilancio in Borsa sulla parità.
La stagione delle trimestrali ha riportato una situazione economica e finanziaria delle aziende americane particolarmente solida, con risultati che hanno superato le stime degli analisti come mai visto negli ultimi anni. Tuttavia, gli USA hanno dovuto fare i conti con lo shutdown più lungo della loro storia, mentre sullo sfondo montavano le preoccupazioni sul rallentamento dell’economia a stelle e strisce e sulle spese fuori controllo relative all’intelligenza artificiale da parte delle Big Tech.
Negli ultimi giorni, però, è tornato l’ottimismo, con l’aspettativa che a dicembre la Federal Reserve taglierà i tassi di interesse per la terza volta quest’anno, e che continuerà a farlo anche nel 2026.
Wall Street e i ruggenti anni ’20
Con l’inizio del mese di dicembre, si comincia a guardare alle prospettive per l’anno venturo, chiedendosi se l’economia americana continuerà lo slancio post-Covid e se il trend di lungo periodo di Wall Street non subirà una correzione, come temono alcuni.
Secondo Yardeni Research, il 2026 darà continuità ai “ruggenti anni ’20”, perché la produttività continuerà a crescere, così come gli utili delle aziende, mentre la domanda dei consumatori resterà resiliente. La società ha confermato la sua visione secondo cui alla base della forza di questo decennio ci siano i progressi tecnologici, riscontrabili non solo nell’intelligenza artificiale, ma anche nella biotecnologia, nella robotica e nella nanotecnologia. In pratica, Yardeni parla di una “rivoluzione brain”, ovvero di innovazioni che “fanno ciò che il cervello umano può fare, ma con maggiore velocità e concentrazione”.
Andando ai numeri, Yardeni stima per il 2026 una crescita del PIL reale statunitense del 3% e un incremento della produttività del 2,5%, anche se il tasso di disoccupazione rimarrà elevato al 4,5% per via della “rapida proliferazione dell’AI”. Per quanto riguarda gli utili delle società che compongono l’indice S&P 500 a Wall Street, Yardeni prevede una salita a 310 dollari per azione nel 2026, rispetto ai 268 dollari di quest’anno.
Sulle quotazioni in Borsa, la società americana ritiene che i guadagni di questo decennio non siano un’anomalia e che l’S&P 500 sarà destinato a raggiungere quota 10.000 entro il 2029, a suggello di un decennio ruggente.