Il rally del dollaro USA rischia di impattare a Wall Street in maniera rilevante con l'apertura della nuova stagione delle trimestrali.
Poco meno del 30% del fatturato delle società dell'indice S&P 500 proviene dall'estero e una moneta americana troppo forte non è ben augurante. Infatti, i profitti prodotti all'estero, poi, subiscono negativamente l'effetto cambio una volta che vengono convertiti in dollari. I dati relativi all'ultimo trimestre 2024 daranno un'indicazione chiara di come effettivamente il super dollaro abbia inciso sui guadagni di quelle aziende.
Il biglietto verde ha cambiato marcia quando
Donald Trump è stato eletto nuovo presidente degli Stati Uniti a novembre, in quanto l'eventuale applicazione dei dazi potrebbe
rimettere in circolo l'inflazione e indurre la Federal Reserve a tenere alti i tassi di interesse.
Un'ipotesi, questa, corroborata dalle ottime performance dell'economia americana, con un mondo del lavoro che sfodera nuovi assunti ben oltre le più rosee aspettative. Le letture dello scorso venerdì sull'occupazione statunitense hanno dato ulteriore slancio al dollaro, che ha toccato il livello massimo di oltre 2 anni su un paniere rappresentato dalle principali valute.
Wall Street: dove investire con dollaro forte
In genere, il dollaro forte si accompagna a un rialzo di Wall Street, perché è sintomatico della robustezza dell'economia statunitense e anche perché, tutto sommato, meno di un terzo delle vendite delle aziende americane sono realizzate all'estero. In questo contesto, Michael Wilson, strategist di Morgan Stanley, ritiene che la Borsa americana nel suo complesso possa confermarsi resiliente almeno "fino a quando la crescita interna sarà il principale motore del rialzo del dollaro". Questo è in contrasto con quanto l'esperto aveva affermato fino a metà dello scorso anno, quando la sua visione sugli indici statunitensi era totalmente ribassista.
Tuttavia, Wilson mette in guardia contro le azioni delle aziende dei generi alimentari e delle bevande, dei prodotti per la casa e dell'hardware tecnologico, in quanto si tratta di società maggiormente esposte all'estero. Viceversa, per ciò che attiene ai servizi di telecomunicazioni e alle utility, le società sarebbero essere immuni dalla potenza del dollaro proprio perché le loro vendite sono concentrate a livello nazionale.
"Riteniamo che la forza del dollaro possa contribuire in modo determinante a una maggiore dispersione delle prestazioni in tutto il mercato in questa stagione degli utili", ha detto Wilson precisando che la sottoperformance dei settori più dipendenti dall'andamento del biglietto verde continuerà. L'esperto inoltre ha detto che in questa stagione delle trimestrali, le aziende hanno maggiori possibilità di superare le previsioni, poiché gli analisti hanno ridotto le stime sugli utili.
Lo stesso ottimismo è espresso dagli strategist di Bloomberg, Simon White e Tatiana Darie, secondo cui le azioni statunitensi "sono destinate a mantenere un trend rialzista finché il rischio di recessione a breve termine sarà basso e la liquidità sarà abbondante". Tuttavia, hanno avvertito che "questo porterà a un mercato ancora più sopravvalutato, con un potenziale di caduta molto maggiore quando la svolta si materializzerà".