Il 2025 è cominciato all'insegna dell'incertezza a Wall Street, con gli investitori non del tutto convinti sulle posizioni da prendere. Il principale elemento di indecisione deriva dalle politiche controverse che il neo presidente degli Stati Uniti
Donald Trump metterà in atto quando entrerà alla Casa Bianca. In pratica, non è certo che il leader repubblicano darà seguito, e in che misura, alle promesse fatte in campagna elettorale. Ma soprattutto, resta l'incertezza su quale impatto avranno tali politiche sull'economia americana e, di conseguenza, sulle azioni in Borsa.
Per questo, attualmente si è creata una spaccatura tra rialzisti e ribassisti a Wall Street, e in questo momento nessuno dei due schieramenti è prevalente. Nonostante diversi economisti stiano lanciando messaggi di avvertimento, non sembra che questi vengano completamente recepiti dagli operatori di mercato.
Una motivazione di fondo c'è: gli investitori - ma sarebbe meglio dire i trader - tendono a guardare di più al breve termine e quindi a quanto alcune misure di Trump, tipo il taglio alle tasse, possano favorire gli utili delle aziende. Gli economisti, invece, seguono un orizzonte più lungo e valutano quanto certi provvedimenti andranno a impattare sul deficit degli Stati Uniti.
Wall Street: le ragioni dei rialzisti
Da cosa scaturisce così tanto ottimismo da parte di un numero elevato di investitori? A loro avviso, il motto "America First" di Trump finirà per rafforzare ulteriormente l'economia americana, gli utili delle aziende e i guadagni in Borsa. Il tycoon vuole abbassare le tasse alle società dal 21% al 15%, estendere i benefici fiscali introdotti nel 2017 e in scadenza nel 2025, e attuare una deregolamentazione del sistema.
Quanto basta per trasmettere fiducia alle aziende e agli investitori. Anche i dazi generalizzati non sono visti in chiave così negativa, in quanto un maggiore protezionismo potrebbe favorire la domanda interna a incrementare i ricavi aziendali.
Secondo Jason Draho, responsabile dell'asset allocation per le Americhe presso UBS Global Wealth Management, le politiche fiscali di Trump "avvantaggiano il lavoro", mentre la deregulation "favorisce il capitale". In sostanza, finiranno per essere più costruttive e daranno prospettive di investimento", ha aggiunto. Alcuni ritengono che le strette sull'immigrazione e i dazi non saranno così radicali, o quantomeno verranno indirizzati e circoscritti. Quindi, l'impatto risulterà essere meno traumatico di quanto ci si attende.
Wall Street: le ragioni dei ribassisti
Chi punta contro le azioni americane in questo momento trova sostegno nell'aspettativa che alcuni provvedimenti avranno effetti disastrosi. I dazi potrebbero rimettere in moto l'inflazione perché incrementeranno i costi di input per le aziende che importano, che finiranno per trasferire tali costi ai consumatori. Il carovita verrebbe azionato anche da un espansionismo fiscale che spingerebbe le persone ad acquistare di più.
In uno scenario di questo tipo, la Federal Reserve ritarderebbe il taglio dei tassi di interesse e l'economia americana potrebbe subire il contraccolpo. Tra l'altro, il deficit americano già alto sarebbe messo sotto pressione e spingerebbe il Tesoro ad aumentare l'emissione dei titoli facendo salire i rendimenti. Questo per Wall Street non sarebbe certamente il clima ideale.
"Le politiche fiscali allentate che sostengono l'economia nel breve potrebbero anche portare alla reflazione e all'ampliamento dei deficit nel medio-lungo termine", ha dichiarato Mitch Reznick, responsabile del reddito fisso a Londra di Federated Hermes.
Chi vincerà la sfida?
Non è facile rispondere a questa domanda. Alla fine potrebbero aver ragione entrambi gli schieramenti, nel senso che gli effetti delle politiche di Trump si riverseranno sull'economia e sui mercati nelle modalità previste. Il punto è da che parte penderà la bilancia una volta sommati gli effetti positivi e negativi delle politiche governative.
In tutto questo ci sono altri fattori che potrebbero incidere, a prescindere dai provvedimenti trumpiani. Ad esempio, il fenomeno dell'intelligenza artificiale, che ha guidato gran parte dei guadagni a Wall Street nell'ultimo biennio. Ora gli investitori vogliono vedere i risultati degli investimenti e le speranze legate alla nuova tecnologia. La sfida qui è tutta da definire e solo i dati che verranno fuori dai conti trimestrali durante l'anno potranno dare una visione più chiara e limpida del percorso intrapreso.