Con l'ultimo balzo del 3,26% a 5.844 punti, l'indice
S&P 500 a Wall Street è a un passo dall'annullare le perdite di quest'anno. Ora il benchmark si trova solo a uno 0,64% dalla parità. Il 2025 è stato un anno difficile per la Borsa americana. Una volta passata la sbornia per l'elezione di
Donald Trump a presidente degli Stati Uniti, la guerra commerciale innescata dai dazi ha trasmesso un sentiment negativo agli investitori, che hanno venduto le azioni in Borsa. Particolarmente critica è stata la settimana dopo il fatidico 2 aprile, data in cui Trump ha annunciato i dazi reciproci con i Paesi di tutto il mondo e scatenato un conflitto tariffario con la Cina senza soluzione di continuità.
Nell'ultimo mese però abbiamo assistito ad un costante rialzo delle azioni a Wall Street, spinte prima dal congelamento dei dazi per 90 giorni verso dozzine di Paesi e poi dall'accordo più recente tra USA e Cina per allentare le tensioni sospendendo altresì le tariffe per lo stesso periodo. Per dare un'idea di come l'umore di mercato sia cambiato basta osservare i modelli di trading, ora diventati rialzisti.
John Kolovos, Chief technical strategist di Macro Risk Advisors, evidenzia che dopo la chiusura sopra la media mobile a 200 giorni a 5.750 punti, per l'S&P 500 non ci sono più livelli di resistenza importanti fino a 6.144 punti. "Il trading dell'S&P 500 al di sopra della media mobile a 200 giorni è un'altra indicazione che la tendenza sta diventando positiva", ha detto Kolovos. "Questo aumenta le probabilità che i pullback siano accolti da un incremento della domanda o dell'interesse all'acquisto. Cambia la tua strategia e invia il segnale che abbiamo finito con il mercato ribassista". A suo avviso, il benchmark potrebbe spingersi fino a 6.600.
C'è da dire che la storia dimostra come un posizionamento sopra la media mobile a 200 non garantisca un rally delle azioni. Secondo quanto ha riportato Sam Stovall, Chief investment strategist di CFRA, dalla seconda guerra mondiale in poi, quasi due terzi dei 14 mercati ribassisti hanno avuto una traiettoria con un calo a due cifre, una ripresa entro il 2% o più della media mobile a 200, e una ricaduta intorno a livelli più bassi.
Wall Street: sale il coro rialzista
È incredibile come gli investitori in Borsa si lascino trasportare dalle emozioni, rivedendo i loro modelli a seconda degli umori e rimanendo sordi di fronte a qualsiasi segnale che confligge con la visione che si sono costruiti. In altri termini, qualsiasi avvertenza in senso negativo sull'andamento dei mercati si scontra con l'ebbrezza per il generale ritorno agli acquisti. Per questo, il coro rialzista si sta facendo sempre più forte in questo momento.
Michalis Onisiforou, strategist di BBVA, ha affermato che "c'è spazio per un ulteriore prolungamento del rally", in quanto gli investitori e gli hedge fund rimangono ampiamente sottoesposti alle azioni. "La leva finanziaria netta degli hedge fund è vicina ai minimi di cinque anni e per lo più corta sulle azioni statunitensi, mentre le strategie sistematiche rimangono sottoposizionate", ha scritto in una nota ai clienti. Un sondaggio di Bank of America condotto prima dei colloqui commerciali a Ginevra tra USA e Cina, ha mostrato che i gestori di fondi erano sottopesati del 38% sulle azioni statunitensi, il massimo in due anni.
Gli strategist di Goldman Sachs hanno aumentato l’obiettivo di prezzo per l’indice S&P500 da 6.200 a 6.500 punti nei prossimi 12 mesi, citando un minor rischio di recessione dell'economia statunitense. La banca di investimento statunitense ha tagliato dal 45% al 35% la probabilità di uno scenario recessivo dopo la tregua commerciale tra Washington e Pechino.
Secondo Craig Johnson di Piper Sandler, qualsiasi calo a breve termine sarà probabilmente comprato e non venduto. "Il 'pain trade' è ora in rialzo poiché il sentiment è cambiato e lo scenario peggiore sotto forma di deterioramento degli utili aziendali probabilmente non si verificherà", ha detto.