Wall Street attualmente è in balia degli eventi. O forse sarebbe meglio dire in balia degli umori del presidente
Trump sui dazi. Anche l'ultima seduta alla Borsa americana è stata condizionata dalle notizie che arrivavano dalla Casa Bianca. Partita a spron battuto, con l'
S&P 500 arrivato a 5.459 punti, Wall Street è scivolata dopo che il tycoon ha dichiarato di essere pronto a
colpire chip e farmaci con misure tariffarie. Trump ha poi aggiunto che valuta la sospensione dei dazi alle auto. Alla fine, il principale indice borsistico statunitense ha chiuso la sessione a 5.405 punti, registrando un rialzo dello 0,79%.
Ormai da quando l'inquilino della Casa Bianca ha annunciato i dazi reciproci nel fatidico evento del 2 aprile al Rose Garden, l'andamento dei mercati azionari americani è molto altalenante, registrando oscillazioni violente che riportano alle crisi finanziarie degli anni passati.
Come hanno riportato la scorsa settimana gli analisti di Goldman Sachs, la liquidità a Wall Street si è deteriorata, esacerbando la volatilità. Gli investitori spesso sono travolti da ondate di panico, mentre sullo sfondo si intravede per la prima volta dopo molti anni la possibilità di una recessione nell'economia americana.
Croce della morte a Wall Street: un segnale tecnico inquietante
Il sell-off dell'ultimo periodo è materia anche per gli esperti di analisi tecnica, che sollevano una preoccupazione imminente. Sul grafico giornaliero si è configurata quella che viene definita "la croce della morte". Si tratta di un modello che si verifica quando la media mobile a 50 giorni taglia dall'alto verso il basso la media mobile a 200 osservazioni. In altri termini, la media di breve termine finisce al di sotto di quella a medio-lungo termine.
Fonte: Investire.biz
Cosa significa? Per gli analisti tecnici, il mercato è tendenzialmente ribassista nell'immediato e la correzione che ne deriva potrebbe trasformarsi in un approccio dello stesso tenore anche in un orizzonte temporale più lungo.
Se si fa un excursus storico sulla "croce della morte", si scopre che l'S&P 500 ha vissuto 24 casi del genere (dati Reuters). Nel 46% dei casi, c'è stato un inasprimento del sell-off e l'S&P 500 ha registrato un calo medio del 19% dal punto di death-cross. Durante le tempeste finanziarie del passato, i crolli successivi al segnale sono risultati più pronunciati.
Ad esempio nel 1981, dopo che la
Federal Reserve aveva alzato i tassi di interesse per arginare l'inflazione galoppante generata dal
secondo shock petrolifero, l'S&P 500 è precipitato fino a 21 punti percentuali nel periodo successivo al death-cross. Nel 2000, con lo scoppio della bolla dot-com, le azioni a Wall Street erano affondate del 45% a seguito del segnale. Nel 2007, con l'inizio della grande crisi dei mutui subprime, l'S&P 500 è naufragato del 55%.
Inoltre, Paul Ciana, strategist tecnico di Bank of America, ha osservato che il benchmark è sceso il 52% delle volte nei 20 giorni successivi alla manifestazione della "croce della morte", con una perdita media dello 0,5%. Tuttavia, 30 giorni dopo il segnale, l'indice è salito nel 60% dei casi guadagnando in media lo 0,8%.
Ad ogni modo, quello attuale è "un segnale molto inquietante nei mercati azionari", ha affermato Adam Turnquist, capo strategist tecnico di LPL Financial. Tuttavia, "quando si esegue effettivamente il back-test del death cross nel corso della storia, è meglio un acquirente che un venditore sul death cross", ha aggiunto. Guardando i grafici, l'esperto vede "più una sorta di potenziale ripresa a forma di V simile al 2018 e al 2020 che qualcosa di più lungo".