Le azioni di AT&T sono al centro dell'attenzione in questo periodo a Wall Street, con gli investitori che nell'ultima settimana hanno venduto a mani basse il titolo facendolo precipitare del 10% dai massimi di periodo. Le due sedute di giovedì e venerdì hanno contrassegnato una leggera ripresa, accorciando le perdita di un 3%.
Il sell-off è arrivato quando la società ha comunicato di aver quasi dimezzato il dividendo, che dava un rendimento vicino al 7% annuo e comportava un esborso per l'azienda di circa 8 miliardi di dollari. In un contesto di tassi d'interesse bassi e rendimenti dei bond ai minimi termini, per la platea degli investitori della compagnia telefonica texana una cedola così corposa rappresentava un gioiellino prezioso.
Dopo il cambiamento di rotta, la società ora si trova a dover fare i conti con molti pensionati delusi che vedono ridimensionata l'entità degli introiti trimestrali. E convincerli a restare sarà un'impresa non troppo agevole, visto che il motivo principale di attrazione verso il titolo AT&T era proprio il dividendo.
Soprattutto perché, durante l'Investor Day di due mesi fa, il management aziendale aveva ribadito la necessità di non toccare la cedola. Quindi un changing of program può minare la fiducia verso la direzione da parte di chi ha preso alla lettera le parole pronunciate durante l'evento.
AT&T: 3 ragioni per compare le azioni
A questo punto gli operatori di Wall Street che ancora non hanno il titolo in portafoglio si chiedono quali possono essere le ragioni per cui puntare sulla società con sede a Dallas. In realtà ve ne sono almeno 3, come di seguito illustrato.
La fusione tra Discovery e Warner Media
L'annunciata aggregazione tra Discovery e la sussidiaria di AT&T, WarnerMedia, apporterà valore all'azienda telefonica. Per quest'ultima e per i suoi azionisti, infatti, la transazione offrirà l'opportunità di sbloccare risorse nel settore multimediale e di trarre maggiore vantaggio dalle tendenze del momento, nonché di capitalizzare meglio la domanda di connettività a lungo termine.
In base alle stime degli analisti, il sodalizio genererà un EBITDA di 14 miliardi di dollari nel 2023, con le azioni di AT&T che avrebbero un beneficio di almeno il 20% rispetto alle quotazioni attuali. È chiaro che la competizione nel mercato dello streaming è molto elevata, però bisogna sempre tener presente che ad oggi un colosso come WarnerMedia può contare su un bacino di utenza di 64 milioni di abbonati.
Come successo con le azioni della Disney, gli investitori potrebbero dare credito a ogni tipo di progresso che si viene a determinare proprio nel mondo dello streaming, che è molto in voga in questo momento.
Il dividendo rimane comunque interessante
La società continuerà a sborsare 8 miliardi l'anno per staccare una cedola da un rendimento che, dopo la fusione, potrebbe essere del 4,6%. Se si fa un raffronto con quanto viene corrisposto dagli altri competitor si ha la misura di come in realtà il dividendo sia ancora generoso. Per dare un'idea, Verizon Communication, il principale rivale di AT&T, allo stato attuale paga una cedola che rende il 4,6% annuo.
Maggiori risorse per gli investimenti
Il risparmio in termini di dividendi libererà risorse per finanziare maggiori investimenti della società, come quelli che riguardano soprattutto la rete wireless e la banda larga. Questo darebbe una spinta molto importante alla crescita aziendale, ancor più che un'accelerazione in tal senso potrebbe arrivare dal lancio del 5G.
Di conseguenza, se i cassettisti potrebbero vedere tutto quanto in chiave riduttiva, chi punta anche alla crescita azionaria in futuro avrebbe la possibilità di trovarsi un rendimento complessivo molto interessante.