Wall Street ha chiuso il mese di luglio in maniera entusiasmante, dopo un primo semestre di agonia. L'S&P 500 infatti è salito del 9,1%, facendo segnare
il mese più forte da novembre 2020. Da inizio anno l'indice ora ha smorzato la perdita, che nella prima parte del 2022 aveva superato il 20%. Il ritrovato ottimismo è culminato nelle parole di
Jerome Powell durante l'ultima riunione della
Federal Reserve del 26/27 luglio, dove il Governatore ha riferito che dal mese di settembre
il ritmo del rialzo dei tassi d'interesse per contenere l'inflazione potrebbe decelerare.
Questo messaggio ha trasmesso fiducia ai mercati, surclassando le note di avvertimento che il Presidente della Fed aveva lanciato sull'economia durante la stessa conferenza stampa. La politica monetaria della Banca Centrale USA è sempre stata quella che più di ogni altra cosa ha inciso sui trend della Borsa americana, quindi se dovesse limitare la sua aggressività si potrebbe pensare che il peggio sia alle spalle.
Wall Street: per investitori cali non ancora finiti
In verità, investitori e analisti non sono ancora del tutto convinti che la buriana sia passata, anzi vi sono ancora diverse situazioni che fanno credere a una nuova possibile ondata di vendite. L'economia statunitense è tecnicamente in recessione, dal momento che per due trimestri consecutivi il PIL ha registrato crescita negativa.
Questo accende ancora di più il dibattito su dove realmente sia direzionata l'economia a stelle e strisce, in quanto da un lato è difficile ipotizzare una regressione quando il tasso di disoccupazione è appena al 3,6%. Dall'altro lato però occorre tener presente che l'inflazione oltre il 9% ha ridotto drasticamente i consumi delle persone, soprattutto per i beni discrezionali, il che comporta che nei prossimi mesi gli utili delle aziende saranno probabilmente messi sotto pressione.
Già al riguardo si è avuto un assaggio in questa stagione delle trimestrali, dove una società come Walmart ha riportato una domanda in calo abbassando le prospettive di profitto per il resto dell'anno. Anche in una situazione entusiasmante come quella relativa ai conti di Amazon, il core business dell'azienda relativo all'e-commerce ha subito un forte rallentamento, salvato per fortuna del gigante di Seattle dai rami cloud e pubblicità che si sono mantenuti forti.
David Spika, Presidente e Chief Investment Officer di GuideStone Capital Management, ritiene che il mercato non abbia ancora toccato il fondo, perché le aspettative degli utili devono ancora diminuire in modo significativo dal momento che non hanno scontato ancora una recessione. Gli analisti finora hanno tagliato le loro aspettative di profitto per l'anno. Ora prevedono che i guadagni delle società dell'S&P 500 cresceranno dell'8,9% nel 2022, in calo rispetto alle proiezioni del 10,2% alla fine di giugno.
Inoltre, il mercato azionario è ancora abbastanza valutato, tenuto conto che proviene da un semestre di vendite costanti. L'indice S&P 500 è scambiato a circa 17 volte i guadagni attesi per i prossimi 12 mesi, più o meno in linea con la sua media decennale. Tenuto conto che l'economia è in flessione e la Fed continuerà comunque ad alzare i tassi d'interesse, i multipli azionari potrebbero essere ancora alti per via di utili che si ipotizza saranno in discesa. "La preoccupazione è che il Price/Earnings non rifletta la realtà, perché se i guadagni diminuiscono allora il rapporto è più alto di quanto dovrebbe essere", ha affermato Saira Malik, Chief Investment Officer di Nuveen.
Vi sono i segnali che invia la Fed, che alla fine determineranno l'andamento delle azioni. Alcuni sostengono che, fino a quando la Banca Centrale non termina il ciclo dell'aumento del costo del denaro, la Borsa di New York farà fatica a rialzarsi. È quanto sostiene ad esempio Jimmy Chang, Chief Investment Officer di Rockefeller Global Family Office, che puntualizza come ancora non siamo al minimo indispensabile per una risalita delle azioni, ovvero dove la Fed sia quantomeno neutrale e non restrittiva.