Vodafone-Three: cosa significa via libera dell'Antitrust alla fusione | Investire.biz

Vodafone-Three: cosa significa via libera dell'Antitrust alla fusione

05 dic 2024 - 15:00

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L'approvazione da parte dei regolatori UK dell'accordo da 15 miliardi tra Vodafone e Three potrebbe avere effetti importanti nel settore delle telecomunicazioni, eccoli

Oggi le autorità di regolamentazione britanniche hanno dato il via libera alla fusione Vodafone-Three da 15 miliardi di sterline, fornendo un assist prezioso per un maggiore consolidamento del settore delle telecomunicazioni in Europa. L'approvazione da parte della Competition and Markets Authority pone fine a dieci mesi di indagini sull'accordo tra le due importanti compagnie telefoniche europee, ma impone alcune condizioni, tra cui: l'impegno dell'entità combinata a investire 11 miliardi di sterline nell'infrastruttura digitale del Regno Unito e la limitazione all'aumento delle tariffe per 3 anni.
 
A inizio 2024, sembrava che il severo regolatore britannico avesse tutta l'intenzione di bloccare l'accordo, in quanto temeva che avrebbe comportato una riduzione della concorrenza a danno dei consumatori, i quali avrebbero visto tariffe in aumento sulla telefonia. Al riguardo, in Europa, l'Antitrust ha ripetutamente bloccato fusioni che riducevano a tre il numero di operatori all'interno di un Paese. Il tono dell'authority britannica però è cambiato questo autunno, quando è parso evidente che c'era bisogno di maggiori investimenti nella rete mobile.
 
"Questa logica secondo cui ogni Paese, ogni regione, ogni area rurale in Europa deve essere coperta da almeno quattro infrastrutture in competizione e a pieno titolo, è stata un problema enorme. Ha creato operatori che non hanno la capacità di investire", ha detto in un'intervista Margherita Della Valle, Amministratrice delegata di Vodafone. Il top manager ha sottolineato che le reti sono costose e le restrizioni obsolete hanno limitato la potenza di fuoco finanziaria delle aziende per aggiornarle.
 
 

Vodafone-Three: cosa cambierà adesso?

Negli ultimi 20 anni le società europee delle telecomunicazioni sono passate dall'essere le migliori al mondo per grandezza, innovazione e liquidità a ritrovarsi indietro rispetto ai concorrenti di altre regioni come Asia e Stati Uniti. Vodafone in particolare ha avuto una grossa involuzione, che si è riflessa sulle quotazioni in Borsa.
 
Il suo valore di mercato oggi infatti è circa un quinto di quello che aveva durante la grande bolla tecnologica di fine anni '90 - inizio millennio. Il calo dei prezzi delle azioni è stato anche una preoccupazione per alcuni soggetti all'interno della società sul fatto che Vodafone potesse diventare una preda per un'acquisizione da parte di società più grandi.
 
Nel 2023, Della Valle è stata designata per rilanciare l'azienda e la fusione con Three può essere un passo significativo. Grazie all'ottimismo di un cambiamento normativo, le azioni quest'anno si sono riprese, dirigendosi verso il primo guadagno annuale in sette anni.
 
Ma realmente le autorità di regolamentazione sono state il grande ostacolo che ha determinato la perdita di lustro di alcuni operatori delle telecomunicazioni come Vodafone? Gli analisti non ne sono del tutto convinti. A giudizio di Tommaso Valletti, ex capo economista della concorrenza presso la Commissione europea, sono state più che altro le scelte commerciali sbagliate del management a causarne la caduta. "Vodafone era l'azienda numero uno al mondo. Perché le inefficienze manageriali dovrebbero essere compensate da prezzi più alti per 65 milioni di utenti?", ha detto riferendosi alle conseguenze di un maggiore consolidamento nel settore.
 
Le scelte sbagliate di cui parla Valletti, così come altri analisti, attengono alla decisione di espandersi troppo, operando in più continenti e accumulando debito, con la conseguenza che poi Vodafone ha dovuto ritirarsi per recuperare liquidità e ridurre l'indebitamento. Lo stesso è valso per altre aziende. Ad esempio, Telenor è uscita dal Pakistan, Deutsche Telekom e Orange hanno venduto le divisioni nel Regno Unito, mentre la spagnola Telefónica ha cercato di lasciare l'America Latina.
 
Secondo Paolo Pescatore, fondatore di PP Foresight, occorrerà un po' di tempo prima che si vedano i benefici dell'accordo Vodafone-Three. "La linea di fondo è che ci vorranno molti anni prima che i frutti dell'accordo siano realizzati, e ci sono molte decisioni difficili da prendere", ha affermato.
 
 
 

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