L'inizio di settimana è stato traumatico per
Stellantis, con le
dimissioni dell'Amministratore delegato Carlos Tavares che hanno messo in subbuglio i mercati finanziari. Alla luce di quanto è trapelato negli ultimi giorni sui rapporti tra il top manager e il Consiglio di amministrazione della casa automobilistica italo-francese, l'abbandono della nave era un atto inevitabile.
Nessuno infatti all'interno della società ha fatto il minimo sforzo per trattenere il 66enne portoghese che nel corso della sua gestione ha fatto infuriare, oltre che i colleghi nel Cda, gli stockholders, i fornitori, i concessionari e i sindacati dei lavoratori.
L'insoddisfazione generale era strisciante sul taglio dei costi, sull'obiettivo delle vendite e in generale sulla strategia aziendale. In particolare, la politica di riduzione dei costi aveva causato interruzioni delle forniture, innervosendo i concessionari. Finché Stellantis raggiungeva margini di profitto a due cifre, questi problemi erano stati trascurati. Una volta che è apparso chiaro il rallentamento del business, le criticità sono venute alla luce in tutta la loro evidenza.
Una tappa chiave che ha segnato il deterioramento dei rapporti tra Tavares e Stellantis è stata l'emissione del profit warning a settembre, che ha messo fortemente in discussione la reputazione del manager come leader del settore nella massimizzazione dei margini di profitto e dei ritorni per gli investitori. Una reputazione che Tavares si era costruito durante la brillante esperienza di Ceo in PSA, risollevata da una profonda situazione di crisi. Il mese scorso i membri del Cda e il manager di Lisbona si sono confrontati a muso duro e a quel punto, secondo alcune fonti, gli amministratori hanno capito che bisognava intervenire.
Stellantis: ecco le prossime sfide
Tolto di mezzo Tavares, ora Stellantis dovrà scegliere la prossima guida dell'azienda. Nel frattempo verrà istituito un nuovo Comitato esecutivo presieduto dall’attuale presidente, John Elkann. Per il dopo Tavares sono circolati alcuni nomi, tra cui l'ex direttore finanziario di Apple, Luca Maestri. La società però ha smentito l'indiscrezione.
Altri candidati, interni all'azienda, sono Maxime Picat, responsabile degli acquisti e della qualità fornitori, e Antonio Filosa, direttore operativo per il Nord America. Chiunque prenderà il timone, le sfide che dovrà affrontare saranno molto ardue.
La prima è quella di invertire un trend pericoloso che ha portato a un crollo del 27% dei ricavi nel terzo trimestre 2024. Il calo si è riflesso in tutto l'indotto della componentistica, con un gran numero di fornitori che ha pagato un prezzo salato. Nel contempo migliaia di lavoratori sono in fermento, soprattutto negli stabilimenti italiani di Mirafiori e Pomigliano d'Arco, dove si respira aria di licenziamenti.
Il calo della produzione in tali siti è stato drammatico negli ultimi anni, il che ha mandato a monte le promesse di Tavares di sfornare 1 milione di auto per il 2024 in Italia. Stando ai numeri riportati dalle sigle sindacali, la produzione sarà ben inferiore alla metà del target.
I cattivi rapporti che Tavares ha costruito con i fornitori hanno avuto la loro influenza. Alcune fonti riferiscono che l'ex-Ceo considerava i fornitori come sacrificabili nella sua azione di riduzione dei costi, ma la realtà è stata che sostituire produttori di componenti di fiducia non si è rivelata un'operazione rapida, causando interruzioni nella produzione. In questo contesto, ci sono da inserire la minaccia dei dazi del neo-presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump e la concorrenza cinese che possono delineare i contorni di questa sfida per il prossimo management.
La seconda grande questione che Stellantis dovrà affrontare attiene alla transizione elettrica. L'azienda rischia pesanti multe dall'Unione europea se le vendite di veicoli a batterie non rappresentano almeno il 21% delle consegne complessive nel 2025. Attualmente la casa automobilistica ne immatricola appena il 12%.
Tavares si è opposto alle pressioni dell'industria per rinegoziare le regole, confidando sul fatto che alla fine si sarebbero evitate le sanzioni. Il rischio è che per raggiungere l'obiettivo, si dovranno diminuire in maniera massiccia le vendite di auto endotermiche, come teme il Consiglio di amministrazione.
In tale quadro, il governo italiano ha spinto affinché venissero rivisti gli obiettivi 2035 dell'UE circa il divieto di produrre auto con motore a combustione, non trovando però l'alleanza di Tavares. Questa settimana ha preso posizione anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che nel rispondere alle interrogazioni alla Camera sulla questione, ha parlato di "approccio pragmatico, sostenibile e tecnologicamente neutrale per l’industria dell’auto".
La terza sfida attiene alla maggiore competitività, attraverso un piano di sviluppo industriale. A tal riguardo, sono corse voci circa una possibile fusione tra Stellantis e Renault, che sarebbe caldeggiata dal governo francese, terzo azionista dell'azienda con sede ad Amsterdam con il 6%. Una combinazione potrebbe apportare vantaggi in termini di economie di scala, con la condivisione delle piattaforme.
Tuttavia, ci sarebbero due ordini di problemi: il primo è di natura politica, poiché il gruppo diventerebbe ancora più a trazione francese; il secondo fa riferimento alla questione delle emissioni, perché Renault è ancora meno elettrica e una fusione potrebbe far incorrere in multe salate nel 2025.
La quarta sfida è quella di recuperare i rapporti con gli Stati Uniti, dove i sindacati minacciato scioperi selvaggi. Stellantis non vorrebbe fare la fine di Volkswagen, alle prese con difficili trattative con i lavoratori che potrebbero portare alla chiusura di tre stabilimenti. In USA, occorre risolvere anche la questione dei concessionari americani, che hanno accusato l'azienda di trascurare brand molto rilevanti come Jeep e Ram. Mentre su un altro versante, Stellantis dovrà vedersela con una class action da parte degli azionisti per via del crollo delle azioni in Borsa.
Insomma, la nuova leadership dovrà affrontare sfide significative: la scelta del nuovo Ceo sarà determinante per guidare Stellantis verso una strategia sostenibile e competitiva in un contesto di crescente pressione normativa e concorrenza globale.