Nonostante un rialzo di settore di circa il 26% da inizio anno, Barclays mantiene una visione decisamente costruttiva sulle azioni delle utility europee grazie a ulteriori catalizzatori di breve nel primo trimestre 2026 per alcuni big quotati, tra cui Enel, Engie, RWE e Veolia.
Gli analisti della banca d’affari hanno confermato la raccomandazione "overweight" su tutte e quattro le azioni, segnalando come i prossimi appuntamenti societari - dal Capital Markets Day di Enel in febbraio ai risultati 2025-2026 di Engie e Veolia - siano in grado di innescare un’ulteriore fase di rerating del comparto per chi vuole investire nelle utility.
Azioni Enel: target in aumento in attesa del Capital Markets Day
Nel caso specifico di Enel, Barclays ha alzato il prezzo obiettivo da 9 a 9,3 euro, reiterando il giudizio "overweight" sul titolo, che in Borsa scambia poco mosso a 8,7 euro. La banca si aspetta che il Capital Markets Day di febbraio sia “un significativo catalizzatore positivo”, in grado di “offrire maggior chiarezza sulle priorità strategiche, l’allocazione di capitale e la prossima fase della crescita”, ricordando come “storicamente questi eventi hanno portato a una forte performance del prezzo del titolo, con Enel che ha sovraperformato il settore europeo delle utility di circa il 5% nei mesi intorno ai precedenti tre Capital Markets Day”.
Negli ultimi mesi, il supporto fondamentale alla tesi positiva è arrivato dai solidi risultati del terzo trimestre e dagli aggiornamenti migliorativi delle guidance, che - spiegano gli analisti - “hanno confermato la nostra visione costruttiva su Enel, Engie e Rwe”. Nel contempo Barclays ha ritoccato al rialzo i target price su diverse società del perimetro, portando ad esempio il prezzo obiettivo di Endesa da 28,6 a 29 euro (rating equal weight) e alzando quello di Engie da 22 a 24 euro, con raccomandazione "overweight", a testimonianza di una view settoriale coerente e pro-ciclica su transizione energetica e infrastrutture regolamentate.
Le ragioni della bocciatura di Bernstein
Su 26 analisti che coprono le azioni Enel, 15 esprimono un giudizio di acquisto ("strong buy" o "buy"), 9 mantengono una raccomandazione "hold" e solo 2 consigliano la vendita ("strong sell" o "sell"), a conferma di un profilo di rischio-rendimento ancora considerato attraente dal mercato istituzionale.
Su questo impianto si innesta però una lettura più prudente da parte di Bernstein, che qualche giorno fa ha tagliato il rating su Enel da "outperform" a "market-perform", pur alzando leggermente il target price da 8,5 a 8,9 euro per azione. La casa d’investimento segnala “mancanza di visibilità” sulla politica di allocazione del capitale del gruppo, alla luce di un’espansione definita “inorganica” e di quasi 20 GW di progetti brownfield in esame tra Europa, Nord America e Australia, che sollevano interrogativi sulla creazione di valore nel lungo termine.
Secondo Bernstein, il rally di circa il 26% messo a segno da Enel da inizio anno sarebbe stato guidato soprattutto dall’espansione dei multipli, più che dalla crescita degli utili: “i significativi guadagni registrati dal prezzo delle azioni Enel dall'inizio dell'anno sono stati determinati principalmente dall'espansione multipla piuttosto che dalla crescita degli utili”.
La società si trova inoltre ad affrontare venti contrari sul mercato domestico, con prezzi di elettricità e gas in calo, pressione competitiva e crescenti problemi di affordability per famiglie e imprese, mentre l’incertezza regolatoria in Brasile, Italia e Spagna potrebbe frenare la crescita degli utili di rete e, in caso di ritardi nei rinnovi concessori, “far deragliare” i piani di capex del gruppo.
Bernstein sottolinea come Enel quoti ormai a un premio di circa il 5% rispetto al proprio multiplo storico in termini di rapporto prezzo/utili, con un dividend yield sostanzialmente in linea con le medie di lungo periodo e uno spread sui rendimenti sovrani decennali “materialmente compresso”. In parallelo, la casa prevede che gli investimenti nelle rinnovabili nel periodo 2025-2027 possano attestarsi ben al di sotto dell’obiettivo di 12 miliardi di euro annunciato dal gruppo, fermandosi intorno a 8,6 miliardi, complice il ridimensionamento dell’attività in mercati come Stati Uniti e America Latina e l’oversupply in Paesi quali Spagna, Cile e Brasile.
Il tema regolatorio resta centrale nella valutazione delle azioni Enel: Bernstein richiama l’attenzione sull’incertezza legata ai canoni di concessione per la distribuzione elettrica in Italia, su un processo regolatorio più lento del previsto in Spagna e sulla sospensione del rinnovo concessorio a San Paolo, asset che rappresentava oltre il 40% della RAB brasiliana a fine 2024.