Con il focus che rimane sempre puntato ai negoziati sui dazi, con Trump che minaccia nuove tariffe fino al 200% sul settore pharma e del 50% sul rame ma al tempo stesso tende la mano verso l'Unione Europea, i mercati azionari del Vecchio Continente hanno aperto la giornata in leggero territorio positivo.
In questo contesto il FTSE Mib si conferma sopra i 40.100 punti, con prossimi obiettivi situati prima sui 40.250-40.300 punti e a seguire i 40.500 punti. Al contrario segnali di nuova debolezza si avrebbero solo con la violazione dei primi sostegni situati in area 39 mila punti.
Tra i titoli da monitorare in queste ore a Piazza Affari troviamo Unicredit, dopo che nella serata di ieri la banca milanese ha comunicato di aver convertito in azioni parte della propria posizione in derivati. Andiamo a scoprire i dettagli.
UniCredit sale al 20% dei diritti di voto di Commerzbank
Nella serata di ieri UniCredit, dopo aver ricevuto tutte le approvazioni legali e regolamentari sia dalla Bce che dalla Bundesbank, ha comunicato di aver convertito in azioni quasi il 10% della propria posizione sintetica in Commerzbank.
In questo modo la banca guidata da Andrea Orcel, risponde al muro alzato nei giorni passati dal governo tedesco, portando la propria quota in azioni con i relativi diritti a quasi il 20% è diventando di conseguenza il primo azionista di Commerzbank.
Nel comunicato l'istituto di Piazza Gae Aulenti ha sottolineato che la rimanente parte del 9% sarà convertita a tempo debito, raggiungendo in questo modo il 29% dei diritti di voto nella banca tedesca. Commerzbank in un comunicato ha risposto che l'operazione non è stata concordata e la salita di Unicredit nel proprio capitale non cambierà i piani strategici dell'istituto.
Ricordiamo che UniCredit aveva fatto il suo ingresso in Commerzbank nel settembre dello scorso anno, acquistando il 4,5% da un ABB da parte Governo tedesco e il 4,5% sul mercato. Nel corso delle settimane successive la banca italiano aveva proseguito il suo shopping e tramite l'acquisto di azioni e derivati si era spinta fino al 29% del capitale.
UniCredit ha sempre sottolineato che l'operazione è coerente con la propria strategia e i parametri entro i quali viene effettuato l'investimento. Il deal avrà un impatto sul CET1 ratio dell'istituto pari a circa 15 punti base e non influirà sulla politica di distribuzione esistente.
Ma per UniCredit la Germania è solo uno dei due fronti in cui è impegnato. L'altro è rappresentato dall'Ops su Banco Bpm, con il Tar che oggi dovrebbe pronunciarsi sul ricorso di UniCredit avverso ai divieti posti dal Golden power dal governo italiano. E’ un passaggio cruciale per la banca milanese che già ieri ha incassato una prima vittoria dall'UE. Infatti la Commissione europea ha sostenuto che non è nelle facoltà di un Governo nazionale intervenire su un’operazione di mercato di una banca che rispetti le regole europee e non ha escluso una procedura d’infrazione contro l’Italia.
Azioni UniCredit: analisi tecnica e strategie operative
Andimo ora a scoprire le attese sulle azioni UniCredit nel breve e medio periodo. Con volumi in aumento rispetto alla media giornaliera mensile, è stata una giornata in rialzo quella di ieri per il titolo UniCredit che, con un guadagno dell'1,9%, ha chiuso le contrattazioni in area 58,44 euro.
Il movimento, che da seguito al recupero delle ultime sedute, ha riportato le azioni a mettere sotto pressione i massimi di periodo posti nei pressi dei 59 euro.
Dal punto di vista operativo il superamento di tali aree, andrebbe a rafforzare il trend di fondo aprendo di conseguenza la strada per ulteriori rialzi prima in direzione dei 60 euro e a seguire i 62 euro, che rappresentano i top degli ultimi 15 anni.
In questo contesto tutte le prese di beneficio che dovessero riportare i corsi in direzione dei 54,5 euro, minimi degli ultimi due mesi e dove troviamo l'indicatore daily del Supertrend, potrebbero rappresentare delle nuove occasioni di acquisto.
Al contrario la perdita di questi ultimi livelli, dove transita quella trendline ascendente che unisce i minimi di novembre 2024 a quelli di dicembre dello stesso anno, aprirebbe la strada ad una fase correttiva, con un primo obiettivo i 54 euro, dove verrebbe chiuso il gap-up lasciato aperto lo scorso 12 maggio e a seguire i 50 euro.
Nel caso in cui tali supporti dovessero essere persi, aumenterebbero le possibilità di una continuazione delle vendite, prima verso i 47,7 euro e a seguire i 45,5-45 euro, dove verrebbe messa sotto pressione la media mobile di lungo periodo.
Fondamentale sarebbe la tenuta di questi ultimi sostegni, per evitare che le quotazioni delle azioni Unicredit vadano a chiudere l’altro gap-up lasciato aperto lo scorso 10 aprile in area 43,575 euro.
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