Le azioni di Toyota Motor hanno chiuso la seduta in calo dell'1,94% alla Borsa di Tokyo, dopo la presentazione della trimestrale che ha riportato
guadagni peggiori del previsto e il taglio della guidance per effetto dell'aumento delle problematiche alla catena di approvvigionamento e dei costi degli input. La seconda casa automobilistica più grande del mondo per market cap (
qui la classifica completa) ha messo in luce come i venti contrari incideranno notevolmente sul suo business e che trova difficile riuscire a fare delle previsioni precise a seguito del suo quarto trimestre consecutivo in calo.
Il colosso giapponese era riuscito a essere più resiliente dei competitor durante la pandemia in rapporto agli ostacoli dell'approvvigionamento dei materiali di produzione; tuttavia, la carenza prolungata dei chip si è fatta sentire quest'anno inducendo la società a tagliare gli obiettivi di produzione mensili. "Sebbene la situazione sia migliore per i chip utilizzati anche per i prodotti di consumo, ci saranno ancora alcuni vincoli nei semiconduttori per le automobili", ha detto Kazunari Kumakura, Chief Officer di Toyota responsabile degli acquisti. "Sembra che il peggio sia passato", ha aggiunto.
Toyota: i numeri della trimestrale
Nei tre mesi conclusisi a settembre l'utile operativo è precipitato del 25% rispetto allo stesso periodo di un anno fa, passando da 749,9 a 562,7 miliardi di yen, pari a 3,79 miliardi di dollari. Gli analisti stimavano in media guadagni per 772,2 miliardi di yen. Nel primo trimestre fiscale comunque i profitti erano di 578,6 miliardi di yen. Il fatturato è cresciuto del 22% a 9.200 miliardi di yen nel secondo trimestre fiscale. La casa automobilistica ha subito una perdita di 97 miliardi di yen in merito alla cessazione della produzione di veicoli in Russia, per effetto anche dei costi per le indennità pensionistiche e le svalutazioni patrimoniali.
L'impatto della debolezza dello yen alla fine è risultato negativo. La valuta nipponica si è deprezzata di circa il 28% quest'anno rispetto al dollaro americano. Ciò ha fatto aumentare il profitto di 565 miliardi di yen nella prima parte dell'anno grazie all'aumento delle vendite all'estero per effetto di una maggiore competitività; allo stesso tempo però ha fatto crescere di 765 miliardi di yen i costi di input derivanti soprattutto dai materiali importati. Tuttavia, Toyota ha stimato che ogni calo dello yen spinge il suo utile operativo verso l'alto di 45 miliardi di yen. La casa automobilistica ha rivisto la stima del tasso di cambio USD/JPY a 135 da 130. Attualmente il cross viaggia intorno a 148.
Per quanto riguarda la guidance, la società ha avvertito che la produzione sarà limitata nei prossimi mesi a causa della carenza dei semiconduttori e di altri materiali. Pertanto, l'azienda ora stima di produrre 9,2 milioni di veicoli quest'anno, in calo rispetto ai 9,7 milioni precedentemente previsti. In confronto agli 8,6 milioni di auto fabbricate lo scorso anno vi è comunque ancora un aumento. Gli utili per l'intero anno fiscale che termina a marzo 2021 sono stati tenuti prudenti a 2.400 miliardi di yen, mentre gli analisti prevedevano guadagni per 3.000 miliardi di yen. Toyota ha anche svelato un piano di riacquisto di azioni proprie fino a 150 miliardi di yen che inizierà domani e terminerà il 12 maggio 2023.
Trimestrale Toyota: il parere degli analisti
Alcuni analisti hanno mostrato una certa delusione dalle performance di quest'ultima trimestrale del gigante automobilistico del Sol Levante. Secondo Koji Endo, analista di SBI Securities, "lo yen è più debole nel secondo trimestre, il volume è molto più alto rispetto al primo trimestre e il blocco Covid in Cina non influisce sul volume". Tenuto conto di questi fattori, "l'utile del secondo trimestre doveva essere superiore a quello del primo, ma non lo è stato in modo impressionante", ha aggiunto.
A giudizio di Tatsuo Yoshida, analista di Bloomberg Intelligence, "è ancora difficile dire cosa potrebbe accadere con i fornitori", riferendosi al chip shortage. "Anche se ora c'è meno rischio, è possibile che i fornitori possano improvvisamente avvertire di eventuali problemi", ha concluso l'esperto.