Elon Musk potrebbe lasciare Tesla e l'industria automobilistica per dedicarsi ad altro. È quanto ha affermato
Carlos Tavares, ex-Amministratore delegato di
Stellantis, in un'intervista al quotidiano francese Les Echos. Il manager portoghese ha detto che la casa automobilistica di Austin ha
perso competitività rispetto alla più efficiente BYD ed è per questo che "non possiamo escludere che a un certo punto Musk deciderà di lasciare l'industria automobilistica per concentrarsi sui robot umanoidi, su SpaceX o sull'intelligenza artificiale".
Tavares ha sottolineato come l'uomo più ricco del mondo abbia dedicato troppo poco tempo all'azienda negli ultimi tempi. Proprio questo argomento è oggetto di contesa tra gli azionisti della società, che devono decidere se votare il prossimo mese il pacchetto retributivo da circa 1.000 miliardi di dollari in azioni da assegnare a Musk in base ai traguardi raggiunti e al valore di mercato di Tesla.
Target su cui Tavares è scettico, dal momento che la valutazione attuale dell'azienda "è semplicemente stratosferica", ha detto. "Non sono sicuro che Tesla esisterà ancora tra 10 anni. È un gruppo innovativo, ma sarà battuto dall'efficienza di BYD".
Tesla: comprare le azioni dopo la trimestrale?
Da tempo ormai è noto che la priorità di Tesla non è più quella che l'ha resa forte per tanti anni rispetto alla concorrenza, ossia la vendita di auto elettriche. Con l'ascesa dei produttori cinesi, ha perso il vantaggio competitivo. In particolare BYD ha il beneficio di integrare verticalmente la linea di produzione dei suoi modelli, il che la rende più efficiente nel contenimento dei costi.
L'affollamento del settore ha inoltre generato una corsa al ribasso dei prezzi, che ha strozzato i margini. A tutto ciò si aggiunge il fatto che i benefici fiscali introdotti dall'amministrazione Biden, dei quali gli acquirenti delle auto elettriche potevano usufruire negli Stati Uniti, ora non ci saranno più. Allo stesso modo, i crediti green, fonte di guadagno importante per Tesla, sono destinati a esaurirsi in quanto le aziende automobilistiche che li richiedevano si stanno attrezzando con la loro linea di produzione di veicoli elettrici.
L'ultima trimestrale sembra aver riassunto tutto questo. Le vendite hanno fatto salire le entrate a livelli record, ma non si sono riversate abbastanza sui profitti. In pratica, Tesla ha venduto il 7% in più di veicoli, ma il suo utile operativo è crollato del 40% su base annua. I fattori in gioco che spiegano perché ciò sia accaduto sono principalmente due.
Il primo è che il prezzo medio di vendita è rimasto praticamente invariato rispetto al trimestre precedente ed ha addirittura registrato un calo nel confronto con l'anno scorso. Questo significa che Tesla non ha potere di determinazione dei prezzi, un aspetto molto grave quando si devono difendere i margini in condizioni di mercato difficili.
Il secondo fattore è che le numerose linee di assemblaggio, e l'utilizzo della capacità debole per il rallentamento della domanda, hanno fatto aumentare il costo fisso per unità prodotta. Nel frattempo, i costi di ricerca e sviluppo, vendita e ristrutturazione sono cresciuti di circa il 50%. Il business della vendita dei veicoli, quindi, non è affidabile per garantire all'azienda il dominio nel settore e per attrarre gli investitori.
Quindi, Tesla punta su altri versanti, come la guida autonoma, i robot umanoidi, l'intelligenza artificiale e il business energetico. L'enorme riserva di liquidità dell'azienda, pari a circa 42 miliardi di dollari, è pronto a prendere altre direzioni, in particolare quella di xAI, la startup di intelligenza artificiale di Elon Musk.
Valutando tutto questo, la comunità finanziaria ritiene che un price/earnings delle azioni Tesla di oltre 300 volte sia esagerato ed è una cosa di cui gli investitori devono tenere conto.