In una giornata che sarà contrassegnata dall'importante dato riguardante l'inflazione americana, osservata speciale dalla FED per capire come muoversi in tema di tassi di interesse, i mercati azionari europei aprono l'ultima seduta della settimana all'insegna degli acquisti.
In questo contesto il FTSE Mib cerca di avvicinarsi ai 42.500 punti, livelli che se dovessero essere superati aprirebbero le porte a una prosecuzione del trend ascendente in direzione dei 42.700-42.750 punti e a seguire la soglia dei 43 mila punti. Al contrario nuovi segnali di debolezza si avrebbero solo con il ritorno dei corsi sotto i 42 mila punti.
Tra i titoli che nella giornata odierna a Piazza Affari potrebbero registrare una volatilità in aumento troviamo Eni, in scia ai dati trimestrali comunicati dal cane a sei zampe. Andiamo a leggerli nello specifico.
Eni: nel 3° trimestre utile in crescita del 52%
In queste ore Eni ha comunicato i conti sia del 3° trimestre che dei primi 9 mesi del 2025, caratterizzati sia da prezzi più bassi dell'energia che da un euro in rafforzamento sul dollaro.
Nel periodo giugno-settembre 2025 il gruppo guidato da Claudio Descalzi ha visto un utile operativo proforma adjusted in calo del 12% a 3 miliardi di euro, oltre la attese poste a 2,81 miliardi di euro.
In leggero calo rispetto allo stesso periodo del 2024 è stato il risultato netto adjusted passato da 1,27 miliardi di euro a 1,25 miliardi di euro. Anche in questo caso l'azienda ha battuto le attese che erano poste a 1,02 miliardi di euro. In deciso rialzo è stato l'utile netto che, con un aumento del 54%, si è attestato a 803 milioni di euro.
Nel passato trimestre la produzione di idrocarburi è aumentata del 6% a 1,76 milioni di barili giornalieri. Buone notizie arrivano dal debito che al 30 settembre è sceso da 18,63 miliardi di euro a 15,45 miliardi di euro.
Per quanto riguarda i primi 9 mesi del 2025 i ricavi sono scesi del 6% a 61,54 miliardi di euro, con una produzione di idrocarburi in calo dell'1% a 1,69 milioni di barili giornalieri. La flessione del prezzo del Brent ha impattato negativamente sull'utile operativo proforma adjusted sceso del 19% a 9,36 miliardi di euro, mentre l'utile operativo adjusted è diminuito a 6,56 miliardi di euro.
Il risultato netto adjusted è passato da 4,37 miliardi di euro a 3,79 miliardi di euro, mentre l'utile netto è cresciuto del 2% 2,52 miliardi di euro.
Nei primi nove mesi del 2025 Eni ha registrato una generazione di cassa operativa in aumento del 5% 8,98 miliardi di euro, di cui 3,08 miliardi nel solo 3° trimestre. Nel corso dei primi 9 mesi gli investimenti organici sono stati pari a 5,9 miliardi, interamente coperti dal flusso di cassa.
In scia ai dati comunicati il Gruppo ha rivisto alcune stime finanziarie per l'anno in corso. Per quanto riguarda il flusso di cassa operativo è atteso a 12 miliardi euro, in aumento di 0,5 miliardi rispetto alla precedente previsione. Sono state incrementate a 4 miliardi di euro, dai precedenti 3 miliardi di euro, le iniziative di cassa e le altre misure organiche.
La produzione attesa di petrolio e gas è stata incrementata in un intervallo di 1,71-1,72 milioni di barili giornalieri, con un livello previsto di circa 1,8 milioni di barili giornalieri nel 4° trimestre, grazie anche ai nuovi campi in sviluppo in Congo, Emirati Arabi, Qatar e Libia. Gli investimenti organici sono confermati al di sotto di 8,5 miliardi di euro, mentre gli investimenti al netto delle dismissioni sono attesi inferiori a 5 miliardi.
Infine è stato rivisto al rialzo il programma di riacquisto di azioni proprie per l'anno in corso, portandolo a 1,8 miliardi di euro, in aumento del 20% rispetto alla precedente guidance comunicata in occasione del Capital Market Update.
Confermato anche l'incremento del dividendo del 5%, a 1,05 euro per azione. La seconda tranche, pari a 0,26 euro, sarà corrisposta il prossimo 26 novembre.
Azioni Eni: analisi tecnica e strategie operative
Andiamo ora a vedere quali sono le attese sulle azioni Eni nel breve e medio termine. È stata una nuova giornata all'insegna degli acquisti quella di ieri per il titolo Eni, la quinta consecutiva, con i prezzi che si sono spinti sui massimi annuali in area 15,60 euro.
Grazie a tutti gli indicatori impostati al rialzo, le attese sono per una continuazione del trend ascendente verso i top degli ultimi 6 anni situati sulla soglia dei 16 euro.
Nel caso in cui anche questi ultimi livelli dovessero essere messi alle spalle, si avrebbe un ulteriore rafforzamento del quadro grafico, con prossimi target i top degli ultimi 7 anni situati sui 16,75-16,80 euro. Il superamento di tali aree resistenziali dovrebbe far proseguire gli acquisti fin verso i 17,50 euro, aree che il titolo non tocca da 10 anni.
Al contrario, un ritorno delle quotazioni sotto i 14,50 euro, che rappresentano i minimi degli ultimi tre mesi e dove transita l’indicatore daily del Supertrend, dovrebbe aprire la strada a una fase ribassista più marcata che potrebbe essere sfruttata con l’apertura di posizioni short.
In questo caso si avrebbe un primissimo target sui 14 euro, dove transita la media mobile di lungo periodo, e successivamente i 13,70 euro.
Nel caso in cui anche questi supporti non dovessero arrestare la spinta ribassista, si assisterebbe a una continuazione della discesa verso i 13 euro e a seguire i 12,50-12,40 euro. La perdita di tali supporti dovrebbe far proseguire la fase discendente in direzione degli 11,66 euro, dove verrebbe chiuso il gap-up lasciato aperto lo scorso 14 aprile, con target intermedi situati sulla soglia dei 12 euro.
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