Snam Rete Gas: storia e sviluppo dell'utility di Borsa Italiana | Investire.biz

Snam Rete Gas: storia e sviluppo dell'utility di Borsa Italiana

21 nov 2020 - 09:00

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Nata durante il secondo conflitto mondiale, Snam Rete Gas si è affermata nel tempo come leader europeo nel mercato del gas. Riviviamo insieme il percorso dell'azienda

Snam Rete Gas è oggi la principale società regolata del gas in Europa. In Italia gestisce il trasporto, lo stoccaggio e la distribuzione del gas naturale, ma opera anche in Francia, Austria, Albania, Grecia e Gran Bretagna attraverso una serie di società partecipate, che sono rispettivamente Terega, TAG e GCA, AGSCo, DESFA, Inteconnector UK . Il suo principale azionista è ENI con una quota azionaria del 50,05%. 


Snam Rete Gas: origini

Snam Rete Gas nacque il 20 ottobre del 1941 con il nome Snam, il cui acronimo stava per Società Nazionale Metanodotti. Inizialmente la società fu dotata di un capitale di costituzione di 3 milioni di lire. L'obiettivo era quello di effettuare la costruzione di metanodotti e la distribuzione e la vendita del gas nel nostro Paese.

In quegli anni, in Italia era in corso lo sviluppo della metanizzazione e per questa ragione fu deciso di approfittare della tendenza per mettere in piedi un'utility in grado di rappresentare un'eccellenza nella Nazione. La società era in principio partecipata da Agip, Regie Terme di Salsomaggiore e SURGI.

 

Snam Rete Gas: lo sviluppo

Negli anni '50 Snam cominciò a svilupparsi in varie attività. Nel 1953 entrò a far parte del gruppo ENI. Nel 1955 fu costituita Snam Montaggi, la quale acquisì SAIP formando Saipem. L'anno dopo fu messo in piedi un piano per progettare la costruzione di grandi impianti sulla terraferma, per questo si diede vita a Snam Progetti. Questi furono i primi passi per l'amplificazione della rete nazionale di metanodotti che nei vent'anni successivi raggiunse la lunghezza di 15 mila chilometri.

Nel 1983, Snam realizzò il Trandmed, un enorme gasdotto che trasportava il gas dall'Algeria alla Lombardia. Mai fino ad allora venne fatta un'opera di quella portata. La rete di distribuzione era una vera potenza, ma Snam non si fermò e negli anni '90 costruì il gasdotto per importare gas dai Paesi Bassi e iniziò il collegamento con la Russia. Contemporaneamente fu realizzato un gasdotto sottomarino di 520 chilometri che collegava l'Italia alla Libia e che prese il nome di Greenstream.

 

Snam Rete Gas: la quotazione in Borsa

L'inizio del millennio si aprì con due eventi importanti. In primis la liberalizzazione del mercato del gas, grazie alla quale Snam separò le attività che non erano attinenti al trasporto del gas e si trasformò in Snam Rete Gas. In secondo luogo avvenne la quotazione in Borsa nel 2001, proprio lo stesso anno della liberalizzazione. Nel 2002 Snam Rete Gas entrò a far parte dell'indice FTSE Mib.

Verso la fine del decennio ci furono delle acquisizioni che modificarono notevolmente l'equilibrio nel settore del gas. Infatti, il 12 febbraio del 2009 Snam Reta Gas acquistò l'intero pacchetto azionario di Italgas S.p.A. e di Stoccaggi Gas Italia S.p.A., entrambi di proprietà di ENI, sborsando la cifra complessiva di quasi 5 miliardi di euro.

Tale somma fu recuperata in parte con un aumento di capitale (3,5 miliardi) e in parte con un finanziamento (1,3 miliardi). Con questa operazione si formò una rete di trasporto di gas lunga 31,5 mila chilometri, di distribuzione di gas di 58 mila chilometri e con una capacità di stoccaggio di 14 miliardi di metri cubi.

 

Snam Rete Gas: ultimo decennio e piano al 2022

Nel 2012 è avvenuta la trasformazione di Snam Rete Gas S.p.A. in Snam S.p.A., con la cessione della parte relativa al trasporto del gas alla nuova controllata Snam Rete Gas S.p.A.

Il 7 novembre 2016 è stata effettuata la scissione parziale da Italgas Reti S.p.A. attraverso il trasferimento ai propri azionisti dell'86,5% della partecipazione detenuta da Snam. In questo modo Italgas S.p.A. si è potuta quotare nuovamente in Borsa, dopo 13 anni di assenza dall'indice milanese.

Nel 2018 è stato elaborato dal management un piano che comprende il periodo 2018-2022 e che pone particolare accento allo sviluppo delle attività che riguardano la transizione energetica. Nel programma sono compresi investimenti fino a 5,7 miliardi di euro, supponendo una crescita del 10% superiore rispetto a quanto previsto dal piano precedente. Questo grazie alle attività di manutenzione e sostituzione, nonché all'individuazione di nuovi business. Inoltre è stato confermato il pagamento del dividendo del 5% annuo.

Con l'arrivo del Coronavirus tutte le società del settore energetico hanno accelerato i piani per un'energia più pulita. Così il 10 settembre 2020, Snam e Saipem si sono adeguate, firmando un Memorandum d'Intesa con il quale entrambe le società si impegnano per i prossimi anni a investire in tecnologie basate sulla transizione energetica, sull'idrogeno verde e sulla decarbonizzazione. Tutto quanto si inserisce perfettamente nel grande progetto della Commissione Europea che intende avviare il mercato dell'idrogeno nell'ambito del cambiamento climatico.

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