Nelle ultime due settimane a Wall Street si è verificato un cambiamento importante nelle scelte degli investitori: lo spostamento di denaro dalle azioni delle grandi aziende tecnologiche ai titoli delle small cap. Una situazione resa ancora più evidente durante la seduta di mercoledì scorso, quando il Nasdaq ha perso il 3,64% del suo valore.
Il fenomeno sembra essere iniziato dopo la pubblicazione l'11 luglio dei dati sull'inflazione statunitense che hanno mostrato un rallentamento del carovita maggiore rispetto alle aspettative del mercato. Ciò ha acceso
le attese che la Federal Reserve tagli i tassi di interesse nel mese di settembre, con beneficio per le aziende minori.
Le small cap infatti sono più sensibili al costo del finanziamento, vitale per sostenere la propria attività. Di conseguenza, una prospettiva di tassi più bassi tende ad aumentare l'ottimismo verso questo tipo di società e le sue azioni. Tra l'altro, le small cap quest'anno sono rimaste più indietro in termini di performance a Wall Street, il cui rally è stato guidato in gran parte dalla Big Tech.
Small cap: attenzione allo short squeeze
Secondo gli strategist di Barclays, le posizioni ribassiste che si sono accumulate durante l'anno verso le azioni delle small cap da parte degli hedge fund potrebbero dare adito a fenomeni di
short squeeze. Questi si verificano quando l'aumento della domanda dei titoli shortati fa alzare i prezzi e costringere i venditori allo scoperto a chiudere le posizioni amplificando ulteriormente la risalita.
Gli esperti ritengono che recentemente ci siano stati "diversi indicatori chiari che suggeriscono un rally guidato dal posizionamento strategico e dall'analisi tecnica del mercato, che ha causato un importante cambiamento negli investimenti". Tra questi indicatori gli strategist della banca londinese individuano: la rapidità del cambiamento del mercato, un più forte aumento simultaneo sia dei prezzi delle azioni che della volatilità del mercato da anni, un numero insolitamente elevato di opzioni call negoziate rispetto alle opzioni put, una riduzione della differenza tra la volatilità implicita delle opzioni call e put out-of-the-money e un numero significativo di contratti future corti e di posizioni di trader trend-following che sono state invertite.
Inoltre, sottolineano come il rischio di una rapida inversione dei prezzi dei titoli prima del cambiamento delle tendenze di investimento possa aumentare per effetto "dell'elevata concentrazione di investimenti nei titoli tecnologici tra i fondi d'investimento selettivi e dell'eccessivo aumento dei prezzi delle azioni tech nei mesi di giugno e luglio, guidato da un incremento del rapporto price/earnings".
Quali prospettive?
In un quadro così costituitosi, cosa potrà succedere ora, continueranno ad apprezzarsi le small cap o si tornerà rapidamente come a prima? Barclays si mostra cauta affermando che gli aumenti di prezzi dei titoli a bassa capitalizzazione si scontrano con una realtà molto cruda, ovvero che le piccole società non godono di ottima salute finanziaria e le prospettive degli utili futuri che le riguardano non sono solide. "Il peggioramento dei rapporti di indebitamento e aggiornamenti meno positivi sui guadagni futuri rispetto alle large cap dovrebbero limitare qualsiasi ulteriore aumento dei prezzi delle azioni", hanno affermato dalla banca britannica.
A tutto ciò si aggiunge un contesto economico caratterizzato da un'inflazione in calo, il che rende "meno probabile un miglioramento significativo dei margini di profitto delle small cap nella seconda metà dell'anno". Infine, gli strategist osservano come il taglio dei tassi di interesse potrebbe fornire un certo sollievo finanziario, ma "non risolvere tutti i problemi".