Nella giornata di ieri il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha presentato il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che comprende tutte le riforme e gli investimenti che verranno messe in piedi per sfruttare il denaro del Recovery Fund, del Piano complementare e dei 26 miliardi di euro al 2026 destinati alla realizzazione di opere specifiche. Secondo le stime, i 248 miliardi di euro permetteranno al PIL del Belpaese di crescere di 16 punti percentuali in un periodo di 6 anni. Ma come verranno spesi questi soldi?
Il piano redatto dall’ex Governatore della Banca Centrale Europea è suddiviso in 6 missioni principali:
- Digitalizzazione: verranno destinati 49,2 miliardi di euro;
- Competitività: verranno destinati 68,6 miliardi di euro;
- Rivoluzione verde e transizione ecologica: verranno destinati 31,4 miliardi di euro;
- Infrastrutture per mobilità sostenibile: verrano destinati 31,9 miliardi di euro;
- Istruzione e coesione: verranno destinati 22,4 miliardi di euro;
- Salute: verranno destinati 18,5 miliardi di euro
A questi investimenti saranno affiancate le riforme del fisco, quella della giustizia e quella della Pubblica Amministrazione.
Recovery Plan: le società coinvolte nella rivoluzione green
Secondo un’analisi di Mediobanca, le società quotate in Borsa che beneficeranno dei fondi destinati alla transizione ecologica sono quelle che si occupano di sviluppare e sfruttare l’idrogeno. Queste azioni sono state identificate in Enel, Snam, Terna, Prysmian e Falck Renewables. La performance a 1 anno di tali titoli è rispettivamente del 46,44%, 21,57%, 10,67% e 38,42%.
Da evidenziare come anche Stellantis (performance a 1 anno 137,75%) e CNH Industrial (123,49%) vengono inseriti come potenziali beneficiari del piano redatto da Mario Draghi, in quanto potrebbero contribuire al rinnovamento del parco autobus in linea con le ambizioni di transizione energetica ma anche per lo sviluppo delle colonnine di ricarica all’idrogeno che per gli esperti potrebbe portare a una diffusione maggiore dei veicoli commerciali leggeri alimentati con questa fonte di energia.
Carel e Sit, che si occupano rispettivamente di impianti di condizionamento e di componentistica e sistemi di gestione del riscaldamento domestico e di impianti della ristorazione collettiva, dovrebbero trarre beneficio dal denaro destinato all’efficienza energetica.
La performance a un anno in Borsa di queste aziende è rispettivamente 52,28% e del 66,67%. In questo quadro anche le utility Hera, A2A, Iren, Piovan e Acea sono viste sotto una luce positiva, in particolare quelle che si occupano della gestione dei rifiuti. La performance a 1 anno dei titoli legati a queste società è del 2,54%, 30,22%, 10,66%, 73,75% e 29,26%.
Recovery Plan: le società coinvolte nella digitalizzazione
La digitalizzazione è uno dei punti principali su cui si concentra il piano di ripresa voluto dal Governo Draghi. In tal senso dovrebbero beneficiare di questi finanziamenti le società legate al 5G, quelle legate allo sviluppo di soluzioni IT, quelle che beneficeranno della digitalizzazione della PA e quelle che potranno trarre vantaggi dagli incentivi all’industria 4.0.
Vediamo quali sono questi titoli guardando per ognuno la performance a un anno: Inwit (0,71%), RaiWay (-0,9%), Tinexta (114,51%), SeSa (142,62%), Reply (76,95%), Digital Value (174,69%), Interpump (70,79%), Danieli (+87,06%), Piovan (73,75%), Prima Industrie (58,58%) e Gefran (33,45%).
Recovery Plan: le società coinvolte nei finanziamenti a infrastrutture e sanità
Per le infrastrutture e la sanità, che insieme valgono 50,4 miliardi di euro, le società viste più positivamente sono Salcef (performance a 1 anno 30,58%) e Webuild (39,36%), attive rispettivamente nel settore ferroviario e nella costruzione di infrastrutture. Per il comparto sanitario invece l’azienda evidenziata dagli esperti di Mediobanca Securities è Garofalo Health Care (+8,09%).