Nuovo massimo storico intraday per l’oro a 3.546,36 dollari l’oncia. Secondo Reuters, la spinta nasce da aspettative di taglio dei tassi da parte della Fed a settembre, oltre che da un dollaro più debole e da un aumento della domanda strutturale (Banche centrali, ETF tornati in afflusso). A completare il quadro è una spruzzata di rischio politico che aumenta il premio per l’asset rifugio. Ricordiamo che complessivamente il metallo ha guadagnato oltre il 34–35% da inizio anno.
Adesso, dopo un breakout su massimi storici, è normale attendersi fasi di volatilità e magari di ritracciamento. La partita si gioca attorno ai 3.500 $ e si attendono venerdì i dati USA sul lavoro e quelli sull’inflazione dell’11 settembre.
Oro: i fattori che stanno spingendo gli acquisti
Come detto, tra i fattori determinanti che hanno contribuito al nuovo record, sempre secondo Reuters, troviamo la possibilità del taglio dei tassi di 25 punti base il 17 settembre prossimo: l’oro accresce il suo valore quando il costo-opportunità nel rapporto tra rendimenti reali e nominali scende.
E poi l’indice USD è sui minimi da 5 settimane, rendendo l’acquisto dell’oro meno caro per chi compra in altre valute. Hanno aiutato alla salita delle quotazioni anche le critiche dirette del Presidente Trump all’indipendenza della Fed e i tentativi di rimozione di funzionari, come Lisa Cook, hanno aumentato la percezione di rischio e rafforzato la domanda di asset rifugio.
Non meno importanti i continui acquisti delle Banche Centrali con quella cinese in particolare, che ha aumentato le riserve per il nono mese consecutivo in luglio, e l’aumento degli afflussi negli ETF, tanto che dopo un 2024 debole, luglio ha visto nuovi afflussi in USA ed in Europa che hanno spinto le masse sui massimi di tre anni. Ciò amplifica i movimenti quando scattano i breakout tecnici.
Outlook
Nel breve, secondo il World Gold Council, se la Fed taglia 25 pb a settembre è verosimile un pullback verso 3.420–3.480 o ancora, se dovessero arrivare dati macro forti dagli USA con un rimbalzo del dollaro e prese di profitto dagli ETF, sarebbe possibile una correzione verso 3.350–3.380 (area del precedente consolidamento).
Per contro, secondo Reuters, dati in arrivo dal mercato del lavoro e inflazione più deboli con un mercato che prezza tagli più aggressivi (es. 50 pb) potrebbero proiettare la salita addirittura fino in zona 3.700 dollari. Per fine 2026 il Financial Times parla del possibile raggiungimento dei 4.000 dollari. Al momento i prezzi sono intorno ai 3.535 dollari l’oncia.
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