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Piazza Affari: tutte le società che hanno lasciato la Borsa nel 2024

17 giu 2024 - 18:00

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Nel 2024 a Piazza Affari è avvenuto il delisting di diverse società quotate, nonostante i listini siano stati tra i migliori al mondo. Ecco chi ha lasciato la Borsa

Piazza Affari è stata quest'anno una delle Borse più performanti del mondo, almeno prima del calo delle ultime sedute che ha colpito le azioni europee a seguito delle elezioni. Fino al 12 giugno 2024 il FTSE Mib aveva guadagnato il 13,2%. Eppure a Palazzo Mezzanotte sono state diverse le società delistate.
 
Il delisting si verifica quando una società decide di abbandonare le negoziazioni di Borsa. Tra le aziende che hanno abbandonato le scene figurano, come vedremo, anche nomi altisonanti. Le motivazioni dietro a questa operazione possono essere in genere diverse. In questo contesto va fatta una distinzione tra delisting volontario e delisting involontario.
 
Nel delisting volontario le ragioni possono includere le OPA, la sottovalutazione delle azioni rispetto al valore intrinseco e l'esigenza della società di sganciarsi dalle pressioni del mercato.
 
Il delisting involontario viene deciso dall'autorità di regolamentazione dei mercati finanziari - in Italia la Consob - per vari motivi, tipo:
 
 
  • il mancato rispetto di uno o più standard di quotazione; l'attuazione di comportamenti non conformi alle regole, inopportuni o in grado di recare danno agli investitori;
  • gli inadempimenti degli obblighi associati alla quotazione, specialmente con riferimento alle informazioni verso il mercato;
  • il coinvolgimento della società in scandali o questioni giudiziarie che rischiano di compromettere l'immagine del mercato azionario;
  • il calo eccessivo delle quotazioni e delle performance che intaccano l'equilibrio economico-finanziario della società.
 

Piazza Affari: ecco i delisting del 2024

Chi sono quindi le società che non troveremo più nei listini della Borsa italiana? Ecco la lista completa da inizio dell'anno in corso.
 

CNH Industrial

Il 2024 si è aperto subito con una grande novità: il gruppo della famiglia Agnelli CNH Industrial ha deciso autonomamente di salutare Piazza Affari il 2 gennaio. La motivazione è stata prettamente di natura tecnica. La società ha preferito concentrarsi sulla Borsa di New York dove era altresì quotata e in cui i volumi di scambio sono notevolmente maggiori.
 
Nel comunicato ufficiale, CNH Industrial ha riferito che la decisione è stata presa dopo "un'attenta revisione dei relativi volumi di scambio sulle due Borse, nonché dei costi e delle risorse amministrative necessarie per mantenere la quotazione su Euronext Milan".
 
Quindi, concentrare le negoziazioni su un unico mercato significa "consentire una maggiore liquidità e focalizzazione sugli investitori, semplificando ulteriormente il profilo aziendale e i requisiti di conformità". L'abbandono di CNH Industrial ha seguito quello della holding della galassia Agnelli, Exor, che aveva preso la strada per Amsterdam.
 

Tod's

Tod's ha lasciato la Borsa milanese il 7 giugno dopo che a inizio maggio Crown Bidco, il veicolo di investimento che fa capo a L-Catterton, ha raggiunto una quota del 96,9% a seguito dell'OPA totalitaria di 43 euro per azione lanciata sulle azioni della società di calzature di Diego Della Valle. Borsa Italiana ha disposto la sospensione delle azioni Tod's dalle negoziazioni sull'Euronext Milan nelle sedute del 5 e del 6 giugno.
 
L'offerta di L-Catterton era stata lanciata a febbraio e nell'occasione Della Valle aveva affermato che l'operazione avrebbe portato ulteriori benefici allo sviluppo futuro del gruppo. "In questo momento, uscire dalla Borsa, con la quale abbiamo sempre avuto ottimi rapporti, riteniamo sia la scelta strategicamente più idonea", ha commentato il patron di Tod's. Il gruppo era diventato pubblico a gennaio 2000.
 

Saras 

A poche ore di distanza dall'annuncio dell'OPA su Tod's a febbraio, è arrivata la notizia che anche Saras sarà soggetto a offerta pubblica di acquisto da parte Vitol, gruppo di diritto olandese con sede in Svizzera, dopo l'accordo per il 35% detenuto dalla famiglia Moratti a un prezzo di 1,75 euro per azione.
 
Nei giorni scorsi è arrivata l'autorizzazione in materia di sovvenzioni estere da parte della Commissione europea e in questo modo è caduta l'ultima delle condizioni sospensive per il perfezionamento dell'operazione, dando il via per il closing che dovrebbe avvenire a fine giugno. Da qui partirà l'OPA obbligatoria sulle restanti azioni Saras, con successivo delisting. Quindi ancora Saras non ha lasciato Piazza Affari, ma si appresta a farlo tra poco dopo quasi 20 anni di permanenza nel listino milanese. È solo questione di tempo.
 

Pierrel

Il 15 dicembre 2023 PRL S.p.A. ha concluso l'OPA totalitaria sul 10,05% delle azioni del provider globale dell'industria farmaceutica Pierrel (il 79,27% apparteneva a Fin Posillipo S.p.A. e il 19,68% a Bootes S.r.l.). Il prezzo dell'offerta è stato di 1,75 euro per azione. Il 24 gennaio 2024 Pierrel è stata delistata dall'Euronext Milan, dopo una sospensione delle azioni da parte di Borsa Italiana il 22 e il 23 gennaio. La società aveva debuttato a Piazza Affari a maggio del 2006.
 

Softec

Il 30 gennaio 2024 ha lasciato Piazza Affari anche la società di servizi software, consulenza, pubblicità e marketing digitale Softec. La società era quotata all'Euronext Growth Milan, ma la Borsa - stando alle considerazioni del consiglio di amministrazione di Softec - non l'avrebbe valorizzata adeguatamente. Inoltre, non si sarebbe realizzato il ricorso a nuove fonti di capitale per il perseguimento delle strategie di crescita aziendali.
 
Attraverso il delisting, l'azienda potrebbe "concentrare maggiori risorse operative e finanziarie sulle proprie attività tecniche e commerciali, per il perseguimento degli obiettivi di crescita nel mercato di riferimento previsti dal piano industriale", si legge nel comunicato della società che era quotata da marzo 2012.
 

Renergetica

Dall'Euronext Growth Milan è sparita anche la società specializzata nello sviluppo di impianti a fonte rinnovabile Renergetica. La motivazione qui però è l'OPA totalitaria lanciata da CVA EOS S.r.l. a 10,11 euro per azione. Il delisting è avvenuto l'8 febbraio 2024 dopo quasi sei anni di presenza alla Borsa di Milano (la quotazione era avvenuta ad agosto 2018).
 
 

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