La guerra Russia-Ucraina è stata foriera di grandi guadagni per le compagnie petrolifere, grazie all'aumento dei prezzi del petrolio che quest'anno hanno sfiorato un picco di 140 dollari al barile. Adesso il greggio staziona da diverse settimane sopra la soglia dei 100 dollari, come non accadeva dal 2014. La situazione attuale rende difficile immaginare che ci possa essere un'inversione di rotta nelle quotazioni della materia prima. Le sanzioni occidentali creano ulteriore strozzature dal lato dell'offerta, mantenendo uno squilibrio di mercato che potrebbe aggravarsi una volta che anche l'Europa, dopo gli Stati Uniti, decide di imporre l'embargo sull'import russo.
Da contraltare potrebbe fare la Cina, che è il maggiore consumatore mondiale e ha diminuito la domanda per via delle chiusure rigidissime che sono state imposte nel Paese a causa del Covid-19. Tuttavia, il Dragone nei prossimi mesi effettuerà delle riaperture graduali fino a riprendere la normale attività. Quindi, se fino ad ora il calo della domanda cinese non è riuscito a compensare il deficit dell'offerta, a maggior ragione le distorsioni del mercato saranno più intense quando le richieste di greggio da Pechino saliranno nuovamente.
Azioni petrolifere: ecco cosa comprare
Gli investitori hanno bisogno a questo punto di orientarsi nelle scelte di portafoglio, tenuto conto che lo spazio di crescita dell'oro nero potrebbe non essere più così ampio e che le azioni delle compagnie petrolifere sono salite molto. Una opportunità interessante potrebbe essere offerta da 3 titoli europei che non fanno parte della classe delle supermajor del petrolio, però presentano dei dividendi interessanti. Eccole di seguito:
Total Energies
La compagnia francese con sede a Parigi è specializzata nelle attività della raffinazione e della chimica e ha una capitalizzazione di 136 miliardi di euro. Le azioni scambiano a circa 5 volte gli utili attesi per il 2022, in linea con i multipli del settore. Il titolo è cresciuto quest'anno di circa il 23% alla Borsa parigina e presenta un dividendo che rende il 5,4%. Sulla cedola, la società ha aumentato l'acconto del 5% rispetto al 2021.
Il mese scorso TotalEnergies ha comunicato il riacquisto di 2 miliardi di dollari di azioni entro giugno, dopo che nel primo trimestre ha effettuato un buyback di 1 miliardo di dollari. L'esposizione verso la Russia consiste in una partecipazione del 20% in Novatek, il più grande produttore di GNL del Paese. L'azienda è ancora indecisa sul da farsi, ovvero se lascerà o meno Mosca.
Equinor
La multinazionale norvegese di proprietà dello Stato con sede a Stavanger ha un valore di mercato di 1.100 miliardi di corone norvegesi, pari a 110 miliardi di dollari. Le azioni in Borsa sono negoziate a 6,8 volte i guadagni stimati per quest'anno e staccano una cedola che ha un rendimento del 2,4%.
Per il secondo e terzo trimestre Equinor pagherà un dividendo straordinario e ha riferito che manterrà i piani di riacquisti e dividendi per un totale di 10 miliardi di dollari nel 2022. Le azioni quest'anno hanno realizzato una performance superiore circa del 50%.
Repsol
Delle 3 la compagnia spagnola con sede a Madrid è la più piccola, con una capitalizzazione di 21,3 miliardi di euro. I multipli societari sono di circa 5 volte e le azioni hanno un dividend yield dell'1,9%.
Oltre due terzi dei profitti della società derivano dalle attività di esplorazione e produzione, con l'azienda che sta investendo molto nelle alternative pulite come biocarburanti e idrogeno gassoso. Le azioni in Borsa sono aumentate circa del 43% dal 1° gennaio 2022.