Gestire un portafoglio azionario significa prendere decisioni basate su dati, segnali e probabilità. Non basta un buon titolo per ottenere un buon rendimento: serve anche il momento giusto per entrare e, soprattutto, per uscire. Oggi vi spiego nel dettaglio perché ho deciso di vendere le azioni L'Oréal, che avevo in portafoglio da tempo, nonostante l’azienda sia ancora fondamentalmente interessante. Questo approccio vi sarà utile anche per analizzare altri titoli in modo strutturato e ragionato.
Una decisione non dettata da paura, ma da analisi
Quando ho comprato L’Oréal, il titolo si presentava come un’opportunità concreta: sottovalutato dai mercati e con ottimi fondamentali. Tra le prime cose che avevamo notato, grazie al software di analisi Forecaster, c’era il valore del MOAT, l’indicatore che misura il vantaggio competitivo di un’azienda, fissato a 9 su 10. Un valore altissimo, che indicava una posizione molto forte rispetto ai concorrenti.
Tuttavia, recentemente, il Forecaster ha ricalcolato questo valore e lo ha abbassato a 8. Non è un crollo drammatico, ma rappresenta un primo segnale: qualcosa sta cambiando. Da qui è partito il mio processo di revisione della posizione.
Fonte: Forecaster.biz
I segnali tecnici: ipercomprato e inversione stagionale
La seconda evidenza l’ho trovata nella sezione Overbought/Oversold del Forecaster. Il Market Mood Meter segnalava che L’Oréal era entrata in zona di ipercomprato. In altre parole, il titolo aveva registrato una salita tale da renderlo statisticamente vulnerabile a una correzione. Il DPO (Detrended Price Oscillator) o meglio, ancora più chiaramente, l’Advanced DPO, stava colorando in rosso il massimo di prezzo raggiunto.
Attenzione: questo non significa che il titolo stia per crollare. Ma storicamente, quando un’azione entra in ipercomprato, è molto probabile che si stia avvicinando a un massimo di periodo. A questo punto, ho deciso di approfondire ulteriormente l’analisi, andando a controllare un’altra sezione fondamentale del Forecaster: la stagionalità.
Fonte: Forecaster.biz
La stagionalità: il vero campanello d’allarme
Nella sezione dedicata alla stagionalità, ho confrontato l’andamento attuale dei prezzi con le tendenze storiche su vari orizzonti temporali. Qui è emerso un dato estremamente interessante: la stagionalità a 3 anni mostrava una correlazione negativa fortissima, con un valore di correlazione ad un misero 12%. Questo significa che solo in 12 giorni su 100 il comportamento del titolo coincide con quanto osservato in passato su quel periodo.
Tradotto: il prezzo di L’Oréal si sta muovendo al contrario rispetto al suo pattern storico di 3 anni. Quando la stagionalità segna un minimo, il prezzo attuale fa un massimo, e viceversa. In questo momento, per l'immediato futuro la stagionalità a 3 anni indica un rialzo, cosa che vista la correlazione inversa si tradurrebbe in una discesa.
Questo contrasto tra il comportamento reale e la stagionalità storica rappresenta per me un chiaro segnale di potenziale inversione. E quando più segnali diversi iniziano a convergere nella stessa direzione (MOAT in calo, zona di ipercomprato, stagionalità inversa) il rischio di rimanere esposti senza motivo - dato che ero già in profitto - aumenta notevolmente.
Fonte: Forecaster.biz
La filosofia di gestione: non anticipare il mercato, ma seguire le probabilità
Qualcuno potrebbe chiedersi: “Perché non aprire uno short?” La risposta è semplice: non siamo qui per fare scommesse azzardate, ma per gestire un portafoglio in modo prudente e razionale. L’ipercomprato non è una condanna al ribasso, ma una zona dove storicamente si formano massimi. Tuttavia, in alcuni casi può anche innescarsi un effetto FOMO (Fear of Missing Out) e far esplodere ulteriormente il prezzo verso l’alto.
Non è quello che cerco. Il mio obiettivo non è inseguire l’euforia, ma gestire il rischio e consolidare i profitti quando le probabilità iniziano a giocare contro.
I fatti dopo la vendita: era tutto un caso?
Pochi minuti dopo aver venduto le azioni L’Oréal, il titolo ha cominciato a scendere. La giornata stessa ha registrato un calo dell'1,96%, seguito da un’altra sessione con un rosso di oltre il 2%. Coincidenze? Forse. Ma personalmente preferisco pensare che siano il frutto di un’analisi metodica, condotta con gli strumenti giusti.
Conclusione: uscire quando serve è più difficile che entrare
La vendita di L’Oréal non è stata una reazione impulsiva, ma una scelta ponderata, basata su una serie di segnali convergenti:
- Diminuzione del MOAT da 9 a 8.
- Ingresso in zona di ipercomprato.
- Divergenza stagionale fortemente negativa (12% di correlazione a 3 anni).,
- Massimo potenziale segnalato da Advanced DPO.
- Possibile inversione di breve termine prevista entro inizio giugno.
In un portafoglio ben gestito, non si vendono i titoli per paura, ma per mantenere le probabilità a proprio favore. Non ho venduto nessun altro titolo, proprio perché gli altri non mostrano gli stessi segnali.
E ricordiamo una cosa: la forza di un metodo non si misura solo da quando si entra bene, ma da quando si esce al momento giusto. E se vuoi testare anche tu questo approccio, il Forecaster è disponibile in prova gratuita per 7 giorni. Usalo, esploralo e inizia anche tu a gestire il portafoglio con consapevolezza, non con l’istinto.
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