Il 2025 si è rivelato un anno difficile per il settore tecnologico. Le paure legate alla recessione e alle guerre commerciali hanno ridotto l’appetito per gli asset più rischiosi, facendo scendere l’indice Nasdaq 100 dell'11% e il mercato azionario generale di circa il 7%.
In mezzo a questo scenario negativo, Palantir si distingue come eccezione clamorosa. Il titolo ha guadagnato il 50% da inizio anno, posizionandosi come il miglior performer tra le aziende con capitalizzazione superiore ai 5 miliardi di dollari. Seguono a distanza VeriSign (+33%), Okta (+30%), Robinhood e Uber (entrambe +29%).
Efficienza, AI e governo: i tre pilastri del successo
Parte del merito va attribuito alle riforme aggressive dell’amministrazione Trump, che hanno favorito l’adozione di software commerciali per ridurre i costi pubblici. Mariana Pérez Mora, analista di Bank of America, spiega: “In un contesto macroeconomico incerto, le aziende devono essere più efficienti, e Palantir eccelle proprio in questo”.
Grazie ai suoi strumenti basati sull’intelligenza artificiale e ai contratti con enti strategici del governo statunitense, in particolare nel settore della difesa, Palantir ha registrato un forte aumento dei ricavi governativi nel quarto trimestre del 2024, raggiungendo i 343 milioni di dollari.
Louie DiPalma, analista di William Blair, sottolinea che il modello di business di Palantir è perfettamente allineato con le priorità dell’amministrazione Trump: rapidità, agilità e risparmio. Questo ha portato l’azienda a competere con giganti come Lockheed Martin e Northrop Grumman, rafforzando il suo ruolo nel settore difesa durante un periodo critico.
Tra volatilità e valutazioni estreme, per Palantir il margine di errore minimo
Nonostante i brillanti risultati, il titolo Palantir resta soggetto a forti oscillazioni. L’inclusione negli indici S&P e Nasdaq, unita all’interesse di fondi quantitativi e trader retail, ha accentuato la volatilità. Inoltre, con un multiplo di 185 volte gli utili attesi, tra i più alti del settore, il titolo ha margini d’errore ridottissimi, come sottolinea l’analista DiPalma.