OpenAI ha firmato uno degli accordi più significativi nella storia del cloud computing: un’intesa da 30 miliardi di dollari all’anno con Oracle per l’affitto di 4,5 gigawatt di capacità computazionale. Il contratto rientra nel progetto Stargate, iniziativa annunciata a gennaio alla Casa Bianca, e rappresenta una delle più grandi commesse mai siglate nel settore dell’intelligenza artificiale.
Oracle, inizialmente lenta nell’entrare nel mercato del cloud, sta vivendo un momento di forte crescita grazie alla domanda crescente di potenza computazionale per l’IA. Questo accordo con OpenAI supera di gran lunga i 10,3 miliardi di dollari annui che Oracle ha generato nel 2025 dalla sua divisione data center e rappresenta quasi il triplo di quel valore.
Oracle: un’infrastruttura titanica per l’era dell’AI
Per soddisfare l’enorme fabbisogno energetico e computazionale di OpenAI, Oracle svilupperà numerosi nuovi data center in collaborazione con partner strategici. Tra i progetti in primo piano c’è l’espansione del campus di Abilene, in Texas - realizzato insieme a Crusoe - che passerà da 1,2 GW a circa 2 GW. Altre location statunitensi in valutazione includono Michigan, Wisconsin, Wyoming, New Mexico, Georgia, Ohio e Pennsylvania.
Per dare un’idea della portata dell’operazione: 4,5 GW corrispondono a circa un quarto della capacità attualmente operativa nei data center degli Stati Uniti, l’equivalente dell’energia prodotta da quattro o cinque reattori nucleari.
Stargate: il super-polo dell’AI
Il contratto con Oracle si inserisce in un disegno più ampio: Stargate, una joint venture globale a cui partecipano anche SoftBank, Nvidia, Cisco, Crusoe e G42 (società emiratina supportata dal fondo sovrano degli Emirati). Il progetto prevede un investimento complessivo di 500 miliardi di dollari per la costruzione di un’infrastruttura AI di nuova generazione, con piani anche per un mega-campus negli Emirati Arabi Uniti.
Oltre a espandersi attraverso partner come Oracle, OpenAI continua a fare affidamento sul cloud Azure di Microsoft, suo storico sostenitore, nonché su CoreWeave e Google, di cui utilizza anche i chip personalizzati TPU. Parallelamente, l’azienda ha dichiarato di voler costruire in proprio alcuni dei suoi futuri data center. Vediamo ora la possibile strategia operativa.
Azioni Oracle: analisi tecnica e strategie operative

Le azioni Oracle rimangono all’interno del trend rialzista iniziato ad aprile, dai minimi in area 120 dollari. La struttura tecnica favorirebbe l’implementazione di strategie long dai vicini supporti, in linea con il trend dominante.
Per quanto riguarda la stagionalità - analizzata con la piattaforma Forecaster – gli archi temporali selezionati mostrano una potenziale fase di rialzo fino a metà luglio, seguita da un possibile movimento correttivo che potrebbe estendersi fino all’inizio della seconda decade di agosto.


A livello operativo quindi, si potrebbero valutare strategie long da area 220 dollari. In tal caso, il primo obiettivo potrebbe essere posto in area 240 dollari e un secondo target in area 260 dollari. Il quadro grafico rimarrà a favore dei compratori finché verrà difeso il supporto a 182 dollari.
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