Durante la recente conferenza stampa al Computex di Taipei, il CEO di Nvidia, Jensen Huang, ha definito "un fallimento" i controlli sulle esportazioni di chip di AI imposti dagli Stati Uniti alla Cina.
Secondo Huang, queste limitazioni hanno causato perdite miliardarie alle aziende americane, minando la competitività e spingendo la Cina a sviluppare soluzioni alternative in ambito tecnologico. Vediamo i dettagli e la possibile strategia operativa.
USA-Cina: per il CEO Huang le restrizioni sono sbagliate
La misura criticata da Huang è l’"AI diffusion rule", introdotta dall’amministrazione Biden, che suddivideva il mondo in tre fasce di accesso alla tecnologia AI, escludendo completamente la Cina.
Secondo il CEO di Nvidia, le assunzioni su cui si basava questa regola si sono rivelate "fondamentalmente sbagliate". Il risultato è stato un danno diretto per le aziende americane e un’accelerazione degli sforzi cinesi per diventare autosufficienti.
Impedendo l’accesso ai chip avanzati prodotti negli USA, le restrizioni hanno costretto le imprese cinesi a rivolgersi a fornitori locali. Inoltre, la Cina ha aumentato in modo significativo gli investimenti per costruire una filiera nazionale del semiconduttore. Huang ha sottolineato che la ricerca sull’IA continua e richiede ingenti capitali per infrastrutture che ora vengono acquistate altrove.
L’AD ha rivelato che dal momento in cui è entrata in carica l’amministrazione Biden, la quota di mercato di Nvidia in Cina è crollata dal 95% al 50%. Nonostante ciò, la società stima che il mercato cinese dell’AI varrà circa 50 miliardi di dollari nel 2026, una cifra che rappresenta ancora un’opportunità significativa.
Trump e il cambio di rotta nella politica sui chip
Huang ha lodato l’approccio del presidente Donald Trump, che ha promesso di rivedere la strategia delle restrizioni. In particolare, l’amministrazione Trump sta valutando l'abbandono del sistema a tre livelli per introdurre un regime globale di licenze, attraverso accordi governo a governo. Secondo Huang, questa visione è più realistica: "Il presidente Trump si è reso conto che era esattamente l’obiettivo sbagliato".
Il CEO ha ammesso che la competizione con le aziende cinesi è "intensa", e che queste preferirebbero che Nvidia non rientrasse più nel mercato locale. Per aggirare le restrizioni, Nvidia sta progettando una versione modificata del chip Blackwell, con memoria meno performante, così da rispettare i limiti imposti dal governo USA.
Nvidia: l’impatto economico e la nuova strategia
Nel mese di aprile, Nvidia ha annunciato un accantonamento di 5,5 miliardi di dollari in previsione delle perdite legate al blocco del chip H20. Huang ha recentemente stimato che l’impatto economico complessivo legato all’H20 potrebbe toccare i 15 miliardi di dollari.
Nonostante le difficoltà, l’azienda continua a espandersi e ha presentato nuove tecnologie e servizi, contribuendo a un fatturato che supera i 130 miliardi di dollari. In questo contesto, vediamo ora la possibile strategia operativa.
Azioni NVIDIA: analisi tecnica e strategie operative

Le azioni Nvidia rimangono impostate al rialzo nel breve periodo, in particolare dai minimi registrati in area 86 dollari nella prima decade di aprile. Con il balzo segnato nelle ultime sedute, i prezzi hanno superato la resistenza a 126,8 dollari, favorendo l’implementazione di strategie rialziste.
Per quanto riguarda la stagionalità - analizzata con la piattaforma Forecaster – gli archi temporali selezionati mostrano una potenziale fase di rialzo fino alla fine della prima decade di giugno, seguita da una possibile fase di debolezza che potrebbe estendersi fino alla fine di giugno.


A livello operativo quindi, si potrebbero valutare strategie rialziste in caso di segnali di forza in area 126 dollari. Nel breve termine, il primo target potrebbe essere posto in area 140 dollari e il successivo in area 152 dollari, successiva resistenza lasciata in eredità dai massimi segnati a gennaio.
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