Nike è tra i titoli maggiormente monitorati dai trader e dagli investitori a Wall Street nelle ultime ore, dopo che il colosso delle scarpe da ginnastica ha rilasciato i dati del 2° trimestre fiscale del 2025. Nel dettaglio, la società ha registrato un utile per azione di 0,78 dollari contro i 0,63 dollari attesi. I ricavi si sono attestati a 12,35 miliardi di dollari contro i 12,13 miliardi di dollari previsti.
L'utile netto, per il periodo di tre mesi conclusosi il 30 novembre, è sceso a 1,16 miliardi di dollari, rispetto a 1,58 miliardi di dollari, o 1,03 dollari per azione, dell'anno precedente. Le vendite sono scese dell'8% circa rispetto ai 13,39 miliardi di dollari dell'anno precedente.
Nel periodo, le vendite nei negozi e online sono diminuite del 13%, mentre i ricavi all'ingrosso hanno evidenziato un -3%. I forti sconti hanno contribuito a un calo di 1 punto percentuale del margine lordo, che si è attestato al 43,6%, leggermente migliore del 43,3% previsto da StreetAccount.
Le scorte sono rimaste invariate rispetto all'anno precedente, attestandosi a 8 miliardi di dollari. Le unità sono aumentate, ma ciò è stato compensato da una riduzione dei costi di produzione e da un cambiamento nel mix di prodotti.
Nike: vendite migliori delle attese eccetto in Cina
Sebbene Nike abbia registrato un calo delle vendite in tutte e quattro le sue aree geografiche, i risultati sono stati migliori del previsto in tutte le regioni ad eccezione della Cina, che ha visto un calo dell'8% a 1,71 miliardi di dollari, al di sotto degli 1,75 miliardi di dollari previsti da StreetAccount.
In Nord America, Nike ha registrato un fatturato di 5,18 miliardi di dollari, -8% ma superiore ai 5,01 miliardi di dollari attesi. In Europa, Medio Oriente e Africa, le vendite sono scese del 7% a 3,30 miliardi di dollari, leggermente superiori ai 3,26 miliardi previsti, mentre in Asia Pacifico e America Latina, il dato ha evidenziato un rosso di 3 punti percentuali a 1,74 miliardi di dollari, superando gli 1,62 miliardi attesi.
Anche Converse, acquisita da Nike nel 2003, ha trascinato al ribasso i risultati complessivi dell'azienda, con un calo delle vendite del 17% nel periodo a 429 milioni di dollari, molto al di sotto dei 462,6 milioni di dollari previsti da StreetAccount.
Nike prevede una riduzione dei margini lordi tra i 3 e i 3,5 punti percentuali durante il trimestre festivo. La società prevede inoltre un calo delle vendite a due cifre, peggiore di quanto previsto dagli analisti intervistati da LSEG. Vediamo ora il quadro grafico e i livelli da monitorare.
Azioni Nike: analisi tecnica e strategie operative
Le azioni Nike sono impostate al ribasso nel breve periodo, in particolare dai massimi registrati in area 91 dollari a fine settembre scorso. Nelle ultime settimane i prezzi hanno proseguito lateralmente, all’interno dell’area di consolidamento compresa tra la tra resistenza a 80 dollari e il supporto a 75,20 dollari.
Per quanto riguarda la stagionalità - analizzata con la piattaforma Forecaster - gli archi temporali selezionati mostrano un potenziale minimo oggi, seguito da una possibile fase rialzista fino a fine anno. Successivamente, la stagionalità evidenziata una fase di debolezza che potrebbe estendersi fino alla fine di gennaio.
Per quanto riguarda l’operatività, si potrebbero attendere segnali di forza sui vicini supporti. Il primo è quello già menzionato a 75,20 dollari, il secondo è a 70,80 dollari, livello che conta i minimi segnati tra luglio e agosto. Posizioni in acquisto intraprese da questi sostegni avrebbero come primo obiettivo di profitto area 80 dollari. Superato questo ostacolo, i compratori potrebbero mirare ai massimi segnati a fine settembre in area 91 dollari.
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