Nike ha chiuso il secondo trimestre fiscale del 2026 con risultati superiori alle attese di Wall Street, ma il mercato ha reagito negativamente, spingendo il titolo in calo di circa il 10% nelle contrattazioni after-hours.
A pesare sulle azioni non è stato tanto il dato complessivo, quanto il forte rallentamento delle vendite in Cina e l’impatto crescente dei dazi USA sui margini. Vediamo tutti i dettagli e la possibile strategia operativa.
Trimestrale Nike: i risultati del Q2 fiscale 2026
Nel dettaglio, il gruppo ha registrato un utile per azione di 53 centesimi, ben al di sopra dei 38 centesimi stimati dagli analisti, mentre i ricavi hanno raggiunto 12,43 miliardi di dollari, superando anch’essi le previsioni.
A sostenere i conti è stata soprattutto la ripresa del mercato nordamericano, dove le vendite sono cresciute del 9% a 5,63 miliardi di dollari. Di segno opposto, invece, l’andamento della Greater China, che ha visto un crollo dei ricavi del 17% a 1,42 miliardi, confermando le difficoltà strutturali del brand nella regione.
Il trimestre si inserisce nel pieno del piano di rilancio avviato dal CEO Elliott Hill, in carica da poco più di un anno. La strategia punta a recuperare crescita e quote di mercato attraverso una razionalizzazione delle linee classiche, la riduzione delle scorte, un ritorno a un’esperienza digitale più premium e, soprattutto, un rafforzamento delle relazioni con i partner wholesale.
Nike: prudenza per il Q3 fiscale 2026 a causa dei dazi USA
Sul fronte prospettico, però, l’azienda ha mantenuto un tono prudente. Nike prevede per il terzo trimestre fiscale un calo dei ricavi di una percentuale a una cifra bassa e una compressione dei margini lordi tra 1,75 e 2,25 punti percentuali.
In questo contesto, l’effetto dei dazi resta un elemento chiave: solo nel trimestre appena concluso, le tariffe hanno contribuito a una riduzione dei margini di circa 3 punti percentuali, nonostante un calo delle scorte del 3%.
Anche altri segmenti continuano a mostrare segnali di debolezza. Il marchio Converse, già sotto pressione nei trimestri precedenti, ha registrato un’ulteriore flessione dei ricavi del 30%, confermando le difficoltà nel rilancio della divisione. Vediamo ora il quadro grafico e la possibile strategia.
Azioni Nike: analisi tecnica e strategie operative

Con il crollo registrato nella sessione after hours di Wall Street, le azioni Nike si sono riportate su livelli che non si vedevano da maggio scorso, confermando l’impostazione ribassista in atto da agosto. Un eventuale recupero dei livelli orizzontali a 59,15 e 60,30 dollari potrebbe essere sfruttato per l’implementazione di strategie long contro il trend in essere.
Per quanto riguarda la stagionalità - analizzata con la piattaforma Forecaster - gli archi temporali selezionati mostrano una potenziale fase ribassista fino alla fine della seconda decade di gennaio, seguita da una fase rialzista che potrebbe estendersi fino a fine gennaio.


Il tool “Projection” della piattaforma Forecaster, con scadenza a un mese, evidenzia – negli scenari “best match” e “long”- rialzi rispettivamente verso area 73,40 e 71,50 dollari, prima di un eventuale nuovo storno (PREVEDERE I MERCATI CON L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE: la nuova funzionalità di Forecaster Terminal).

Si potrebbero dunque valutare strategie long di breve termine in caso di segnali di forza in area 60 dollari. Eventuali posizioni in acquisto avrebbero come primo obiettivo zona 65 dollari e un secondo target in area 69 dollari. Un ritorno sotto 58 dollari darebbe invece ampio spazio di manovra al ribasso, idealmente fino al sostegno a 52,50 dollari.
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