Dopo quasi quarant’anni a Capitol Hill, Nancy Pelosi ha annunciato che non si ricandiderà nel 2026. Intanto, gli investitori guardano al suo portafoglio, da sempre tra i più seguiti di Washington. Vediamo i dettagli e tre titoli da monitorare.
Nancy Pelosi, prima donna Speaker della Camera nel 2007, si ritira dal Congresso
Nancy Pelosi, la storica leader democratica e prima donna a guidare la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, ha annunciato giovedì che non cercherà la rielezione al Congresso il prossimo anno, ponendo fine a una carriera parlamentare lunga quasi quattro decenni.
“Non c’è stato onore più grande che poter dire: ‘Parlo a nome del popolo di San Francisco’”, ha dichiarato in un video diffuso sui social. “Con gratitudine, guardo al mio ultimo anno di servizio come vostra rappresentante.”
Pelosi, 85 anni, è stata una figura centrale della politica americana. È diventata la prima donna Speaker della Camera nel 2007 e ha guidato l’approvazione di leggi chiave come l’Affordable Care Act di Barack Obama.
È stata anche protagonista di scontri epici con Donald Trump, che ha commentato la notizia del ritiro definendola “una grande cosa per l’America”. Il governatore della California Gavin Newsom l’ha invece elogiata come “un’ispirazione per generazioni” e “un modello di servizio pubblico”.
Nancy Pelosi: tre azioni del suo portafoglio da monitorare
Mentre si chiude un capitolo della sua carriera politica, l’attenzione dei mercati si sposta sul portafoglio titoli di Pelosi, le cui operazioni, rese pubbliche per legge, sono spesso seguite dagli investitori per anticipare trend di mercato. Vediamo quali sono.
1. Alphabet (Google): la big tech resta sottovalutata
Alphabet, la casa madre di Google, è tra le principali posizioni del portafoglio Pelosi. Nonostante il titolo sia cresciuto di oltre il 45% da inizio anno, molti analisti lo considerano ancora una scommessa di valore nel settore tech.
Con un multiplo P/E di circa 27 volte, Alphabet continua a beneficiare del boom dell’intelligenza artificiale generativa. Il prossimo anno, il lancio di Gemini, il modello AI che punta a superare ChatGPT, potrebbe rappresentare un punto di svolta per l’azienda.
La forza del business cloud e l’integrazione sempre più profonda dell’AI nei servizi di Google rendono Alphabet una scelta difensiva e di crescita allo stesso tempo, e restano un pilastro nel portafoglio Pelosi.
2. Palo Alto Networks: la cyber-security entra nell’era dell’AI
La deputata californiana ha puntato anche su Palo Alto Networks, uno dei leader globali nella sicurezza informatica. Con una crescita del titolo dell’81% in due anni, la società è diventata sinonimo di innovazione in un mondo dove le minacce informatiche si moltiplicano grazie proprio all’uso dell’intelligenza artificiale.
Nonostante una valutazione elevata - circa 55 volte gli utili attesi - Palo Alto resta un investimento strategico, specialmente per chi cerca esposizione al settore della cybersecurity in un contesto di rischi digitali crescenti.
3. Vistra: energia per l’era dei data center
La terza scommessa “alla Pelosi” è Vistra, gruppo energetico americano che ha beneficiato direttamente del boom dell’AI e dell’espansione dei data center. Le azioni sono salite del 425% in due anni, sostenute dall’aumento della domanda energetica legata all’infrastruttura tecnologica.
Con un P/E di circa 30, Vistra appare ancora accessibile rispetto al suo potenziale di crescita. La società è considerata una scommessa di lungo periodo sull’economia digitale, grazie ai contratti con i grandi operatori cloud e alla capacità di fornire energia stabile per l’IA.