Michael Burry, il celebre investitore reso famoso dal film "The Big Short" per aver previsto e guadagnato dalla crisi dei mutui subprime del 2008, è tornato al centro dell’attenzione con una mossa che ha fatto discutere l’intero mondo finanziario: ha scommesso al ribasso sulle azioni Nvidia, una delle aziende simbolo della rivoluzione dell’intelligenza artificiale (Ho venduto due case per comprare azioni Nvidia).
Vediamo in dettaglio cosa ha fatto, perché la notizia ha suscitato tanto clamore, e quali riflessioni può innescare questa operazione.
Michael Burry: la posizione "short" su Nvidia
La notizia è verificabile consultando i documenti ufficiali della SEC (Securities and Exchange Commission), l’ente regolatore del mercato finanziario statunitense. Le società di gestione come la Scion Asset Management, fondata e guidata proprio da Burry, sono obbligate a comunicare le loro posizioni quando queste superano certe soglie.
Dai recenti filing è emerso che Michael Burry ha aperto una posizione "put" molto consistente su Nvidia. Le opzioni "put" sono strumenti derivati che aumentano di valore quando il prezzo dell’azione sottostante scende, permettendo agli investitori di trarre profitto da un ribasso del titolo. Non si tratta quindi semplicemente di una copertura o di una protezione: nel caso specifico, la mancanza di altre posizioni "long" fa pensare che si tratti proprio di una scommessa diretta contro Nvidia.
Allo stesso tempo, Burry ha liquidato quasi completamente il suo portafoglio, mantenendo un’unica partecipazione "long": Estée Lauder, noto marchio statunitense del settore cosmetico che però non naviga certo nell'oro.
Cosa ci dice il track record di Burry
Prima di trarre conclusioni affrettate, è opportuno considerare la storia recente delle performance di Burry. Guardando i dati, vediamo che:
- Negli ultimi 10 anni, il fondo ha segnato un +223,36%, un risultato decisamente positivo,
- Negli ultimi 5 anni, la performance è stata simile: +198,63%,
- Se ci concentriamo sugli ultimi 2-3 anni però i numeri raccontano un’altra storia: il rendimento è stato negativo.
Questo cambiamento suggerisce un Burry alla ricerca di un nuovo “colpo grosso”, forse spinto dalla pressione di replicare il successo passato che lo ha reso celebre. Una pressione che potrebbe anche portare a scelte speculative, più orientate all'effetto mediatico che alla solidità strategica di lungo termine.
Analizziamo questa scelta
Chi analizza questa operazione da investitore individuale può chiedersi: dovrei seguire Burry e vendere Nvidia? La risposta richiede cautela.
Innanzitutto, non sappiamo se la posizione "put" è ancora in essere. Le opzioni hanno scadenze definite e potrebbero essere già state chiuse. Se ancora attiva, data la corsa rialzista di Nvidia negli ultimi mesi, è possibile che al momento stia perdendo denaro.
In secondo luogo, questa mossa sembra isolata: Burry non ha altre posizioni, se non quella su Estée Lauder, e quindi non è chiaro se lo "short" su Nvidia sia parte di una strategia più ampia o solo una scommessa singola. Inoltre, le "put" non sembrano costituire una copertura, ma una vera e propria posizione ribassista pura, priva di un portafoglio "long" che ne giustifichi l’uso come protezione.
Il caso Estée Lauder
Resta la domanda: perché l’unico titolo detenuto da Burry è proprio Estée Lauder, un’azienda in difficoltà?
Utilizzando strumenti come Forecaster, è possibile vedere che Estée Lauder ha perso il 26% negli ultimi 10 anni, ha margini operativi in netto calo e un rapporto debt/equity di 1,69, segno di una leva finanziaria piuttosto alta per un'azienda del settore. I fondamentali non sono incoraggianti, eppure il titolo è l’unico sopravvissuto nel portafoglio di Scion.
L’unico segnale positivo è rappresentato dal fatto che il management sta acquistando azioni in maniera aggressiva, segno che potrebbero aspettarsi un’inversione di tendenza. Forse Burry punta proprio su questo: un’eventuale ripresa inattesa del titolo, favorita da operazioni interne o da notizie ancora non pubbliche. Un colpo grosso a farla breve.
Fonte: Forecaster.biz
Una strategia discutibile?
Alla luce di tutto questo, è lecito domandarsi se la strategia di Burry oggi sia davvero solida o se stia semplicemente cercando un nuovo "colpaccio" per riaccendere l’attenzione mediatica. La sua operatività attuale sembra riflettere più una scommessa a elevato rischio che una strategia ponderata basata sulla gestione del rischio e sulla costruzione graduale della ricchezza.
Per un investitore orientato alla costanza e alla crescita di lungo periodo, questa modalità operativa appare troppo speculativa. Il successo sui mercati si ottiene nel tempo, non inseguendo l’ennesima "grande scommessa".
Conclusioni
Michael Burry è e resta una figura straordinaria nel panorama finanziario, ma non è infallibile, e soprattutto non può prevedere il futuro. Il suo "short" su Nvidia, se confermato e ancora attivo, è probabilmente frutto di una visione personale, non supportata da un’analisi fondamentale largamente condivisa.
Il caso Estée Lauder, invece, solleva ulteriori interrogativi: perché puntare su un’azienda con fondamentali così deboli? Forse Burry ha informazioni o intuizioni che noi non possediamo, ma proprio per questo motivo non è il caso di seguire ciecamente le sue mosse.
Infine, vale sempre il principio più semplice ma anche più importante dell’investimento: evitare le scommesse isolate, costruire un portafoglio diversificato e orientarsi al lungo periodo. I grandi colpi di fortuna fanno notizia, ma raramente fanno scuola. E ancora più raramente fanno patrimonio.
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