Negli ultimi anni c'è stata una corsa sfrenata degli investitori a comprare le azioni delle Magnifiche Sette di Wall Street (Alphabet, Amazon, Apple, Meta Platforms, Microsoft, Nvidia e Tesla). Queste grandi società tecnologiche sono risultate le protagoniste del rally straordinario dell'indice S&P 500.
Recentemente però sono affiorati dubbi circa la tenuta delle loro performance. L'avvento di
DeepSeek, la startup cinese che ha rilasciato un modello di intelligenza artificiale "low cost", ha decisamente scosso il mercato. E le quotazioni delle megacap tecnologiche sembra abbiano perso slancio.
C'è anche il fatto che la Federal Reserve molto probabilmente non taglierà i tassi di interesse al ritmo che si pensava fino a qualche mese fa. L'inflazione USA del mese di gennaio è tornata al 3%, allontanandosi dall'obiettivo del 2% della Banca centrale. Questo significa che la Fed sarà meno propensa a stimolare l'economia con un costo del denaro più basso.
Di conseguenza, la tecnologia è svantaggiata in quanto sostiene oneri maggiori per finanziare i grandi investimenti soprattutto nell'intelligenza artificiale. C'è da dire, però, che i grandi colossi della tecnologia dispongono di tanta e tale liquidità da far ricorso in maniera più limitata al debito.
Magnifiche Sette: ecco chi ha fatto meglio in Borsa
Nei mercati azionari ci sono però altre azioni che hanno fatto addirittura meglio delle Magnifiche Sette. Stiamo parlando dei Magnificent 47, ossia i 47 titoli che costituiscono l'indice Stoxx 600 Banks, il benchmark che tiene traccia delle maggiori banche quotate in Europa. Dall'inizio del 2022, tenendo conto sia dell'aumento dei prezzi azionari che dei dividendi, i Magnificent 47 hanno ottenuto un rendimento di oltre il 200%, a fronte di circa il 190% delle Magnifiche Sette (dati Bloomberg).
La ragione è da ricondurre ai tassi di interesse. Tre anni fa, le Banche centrali hanno iniziato il ciclo di strette per combattere l'inflazione più aggressiva degli ultimi 40 anni. Ne è conseguito che gli istituti di credito hanno potuto migliorare il loro core business rappresentato dalla redditività netta da interessi.
In breve, hanno aumentato i tassi su prestiti e mutui concessi molto più velocemente di quanto hanno fatto con i tassi riconosciuti ai depositi. Allo stesso tempo, gli investitori hanno scatenato un sell-off sui titoli tecnologici per le ragioni spiegate sopra. Il 2022 quindi è stato un anno determinante per la performance complessiva fino a oggi.
Magnificent 47: vanno comprate le azioni ora?
Il punto è ora se il rally delle azioni bancarie europee continuerà o meno. Ci sono tre aspetti da considerare.
In primo luogo, i tassi di interesse non saranno così alti come lo sono stati negli ultimi anni. Se la Fed ha congelato i tagli, la Banca centrale europea procede spedita e continuerà a sforbiciare quest'anno. Il motivo è che l'Eurotower ha meno preoccupazioni in termini di inflazione e l'economia europea non scoppia di salute come quella americana.
Tuttavia, secondo gli analisti, molto difficilmente i tassi torneranno a zero come durante la pandemia da Covid-19, il che dovrebbe tenere a buoni livelli i rendimenti delle azioni bancarie dell'indice. Secondo le stime, questi dovrebbero attestarsi all'11,4% nel 2025 e all'11,1% nel 2026, in leggero calo rispetto al 12% del 2024. Siamo comunque di fronte a valori di circa il doppio rispetto a quelli dell'ultimo decennio.
Un secondo aspetto è la valutazione delle banche. Lo Stoxx 600 Banks è scambiato nei pressi del suo valore contabile. Si tratta di un dato più elevato rispetto alla media decennale di 0,7 volte. I multipli alti si legano al fattore tassi. In sostanza, più la BCE intensifica il ritmo dei tagli, più gli investitori potrebbero trovare costosi i titoli bancari.
In terzo luogo, va tenuto conto della restituzione di denaro agli azionisti. Se si mettono insieme dividendi e buyback, il settore bancario offre un rendimento vicino al 10% in questo momento, ben oltre la sua media storica. Il mercato è molto attratto dalle società che remunerano la proprietà e, dopo la pausa pandemica, le banche hanno deciso di liberare molta liquidità trattenuta. Sempreché le condizioni di bilancio lo permettano anche nei prossimi trimestri e non scatti un monito dalle autorità regolamentari.