Il settore del lusso è in ripresa. L'ultima stagione delle trimestrali ha mostrato segnali incoraggianti di un ritorno agli acquisti, rimasti stagnanti o addirittura in calo negli ultimi anni. In particolare, si registrano segnali di risveglio provenienti dai ricchi consumatori cinesi, che negli ultimi anni hanno contribuito in modo determinante al successo dei grandi gruppi del lusso in Europa e al rally delle azioni in Borsa.
Tuttavia, non mancano alcune incognite. Secondo gli esperti di mercato, nel breve termine è difficile attendersi un ritorno ai fasti di un tempo, mentre la tendenza degli acquirenti cinesi sembra essere quella di orientarsi verso marchi locali, privilegiando il prezzo più competitivo rispetto alla notorietà del brand.
Lusso: quali azioni comprare e vendere
L’industria del lusso è estremamente variegata e sarebbe un errore aspettarsi una ripresa uniforme per tutte le aziende del settore. Di conseguenza, anche l’andamento dei titoli in Borsa può seguire traiettorie molto diverse. UBS concentra l’attenzione su due gruppi legati all’Italia: EssilorLuxottica e Prada.
La banca svizzera ha promosso il titolo del gigante italo-francese dell’occhialeria di lusso a “buy”, con un prezzo obiettivo di 355 euro. Ciò implica un potenziale rialzo di oltre il 13% rispetto ai 313,30 euro registrati in chiusura nell’ultima seduta alla Borsa di Milano. UBS intravede grandi prospettive nel business degli occhiali intelligenti, che potrebbero letteralmente rivoluzionare il mercato. Come riporta un sondaggio realizzato da UBS Evidence Lab su più di 1.000 consumatori, quasi l’80% prevede l’acquisto di smart glasses entro 12 mesi.
Secondo le previsioni dell’istituto elvetico, EssilorLuxottica aumenterà le vendite complessive del 10,1% nel 2026, mettendo a segno una delle crescite più rapide tra le aziende coperte dalla banca. I ricavi dovrebbero attestarsi a 30,11 miliardi di euro, con un margine operativo del 17,1%. UBS prevede inoltre che il gruppo potrà conquistare circa il 30% della quota di mercato entro la fine del prossimo decennio.
UBS ha invece declassato le azioni Prada da “buy” a “neutral”, con un target price di 50 HKD, superiore di oltre il 9% rispetto ai 45,68 HKD dell’ultima chiusura alla Borsa di Hong Kong, ma inferiore del 32% rispetto al precedente obiettivo di 74 HKD.
Secondo la banca, sebbene la casa di moda milanese abbia sovraperformato il settore nella crescita delle vendite nell’ultimo quinquennio, la progressione dei margini rallenterà a causa della “normalizzazione dei trend LFL (Like-for-Like, ossia vendite comparabili, ndr) e dell'aumento degli investimenti per ampliare gli spazi”. Per l’anno prossimo, UBS stima una crescita delle vendite del 7%, appena un punto percentuale sopra quella prevista per l’intero settore del lusso: un margine decisamente inferiore rispetto all’8% registrato nel 2025.
A pesare su Prada, secondo l’istituto, sono inoltre “i primi segnali di ritorno della moda massimalista e una concorrenza più agguerrita da parte di marchi come Dior e Chanel con l’arrivo dei nuovi direttori creativi”. Gli investimenti previsti per ampliare gli spazi di vendita incideranno sul margine operativo del 2026, stimato al 23,5%. Infine, l’acquisizione di Versace entro fine anno - che comporterà un esborso di 1,38 miliardi di dollari - “aggiunge incertezza” sugli utili per azione, conclude UBS.