I dati preliminari sull'inflazione nell'Area Euro per novembre 2025 hanno sorpreso i mercati, indicando una potenziale ricomparsa delle pressioni sui prezzi in un momento cruciale per la politica monetaria della Banca Centrale Europea (BCE).
L'inflazione annua complessiva (HICP) è salita al 2,2%, in leggero aumento rispetto al 2,1% di ottobre e superando le aspettative del mercato, che si aspettavano una stabilità al 2,1%. Nel dettaglio dei dati, l'accelerazione al 3,5% dell’inflazione dei servizi (dal 3,4% di ottobre) viene osservata con particolare attenzione, poiché segna il livello più alto da aprile 2025.
L'inflazione dei servizi, strettamente legata alla crescita dei salari e alla domanda interna, è considerata una misura chiave della pressione inflazionistica di fondo. Mentre l’inflazione core (che esclude energia, alimentari, alcolici e tabacco), nonostante il dato complessivo in rialzo, è rimasta stabile al 2,4%, un valore leggermente inferiore rispetto alle precedenti previsioni del 2,5%.
Infine, i prezzi dell'energia sono diminuiti a un ritmo più lento, riducendo il contributo deflazionistico che avevano fornito nei mesi precedenti e contribuendo al rialzo dell'indice complessivo.
Inflazione Eurozona: attenzione al dato tedesco
Il quadro offerto dai vari Paesi rimane frammentato, ma l'inflazione tedesca ha registrato una netta accelerazione al 2,6%, il livello più alto da febbraio 2025, superando l'obiettivo del 2% della BCE. Questo esercita una forte pressione affinché la BCE mantenga una linea restrittiva.
Circa gli altri Paesi, l'inflazione è calata leggermente in Spagna (dal 3,2% al 3,1%) e nei Paesi Bassi (dal 3,0% al 2,6%). Al contrario, l'inflazione di Francia (0,8%) e Italia (1,1%) è rimasta significativamente bassa, evidenziando le profonde differenze economiche all'interno dell'Eurozona.
Questi dati verranno analizzati nel contesto della riunione di politica monetaria della BCE. Circa le implicazioni per la BCE, dopo i tagli dei tassi avvenuti nel 2024 e inizio 2025 (portando il tasso sui depositi al 2,00%), alcuni analisti ritengono che questi parametri potrebbero essere considerati nel dibattito sui futuri livelli dei tassi, senza però fornire utili indicazioni.
Per di più, il forte aumento dei servizi al 3,5% potrebbe essere uno degli elementi monitorati da tutte le componenti decisionali, incluse quelle con orientamenti più restrittivi o più accomodanti.
Nonostante l'inflazione core sia stabile al 2,4%, la BCE ha già comunicato di basarsi sui dati e sulle proiezioni aggiornate e la comunicazione futura potrebbe riflettere l’evoluzione di tali dati. Il messaggio sarà quello di mantenere i tassi attuali finché l'inflazione dei servizi non mostrerà segni più chiari di cedimento.
EUR/USD: focus sulle indicazioni macro
Circa le conseguenze di questi indicatori, il tasso di cambio EUR/USD è il campo di battaglia tra la politica monetaria della BCE e quella della Federal Reserve (Fed). La sorpresa nel dato inflazionistico ha generato reazioni nel mercato valutario, con interpretazioni e scenari differenti da parte degli analisti.
L’andamento del cambio rimane influenzato da molteplici fattori, tra cui la politica monetaria USA e le condizioni macroeconomiche globali, non solo europee. La sorpresa inflazionistica di novembre 2025 nell'Eurozona ha avuto un impatto immediato di sostegno per la moneta unica. Alcuni commentatori hanno ipotizzato scenari di apprezzamento o stabilizzazione, ma non vi sono elementi certi o predittivi.
Tuttavia, il rialzo potrebbe essere limitato dalle performance economiche della Germania e dalla debolezza in Francia e Italia, fattori che, nel lungo periodo, potrebbero spingere la BCE a riconsiderare un allentamento per sostenere la crescita.
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