Il boom dell’intelligenza artificiale ha creato molti vincitori in Borsa nel 2025, ma un titolo ha spiccato su tutte: Kioxia Holding, produttore giapponese di chip di memoria. Il titolo della società è salito di circa il 540% da inizio anno, superando tutti gli altri componenti dell’MSCI World Index. L’azienda ha fatto il suo debutto alla Borsa di Tokyo esattamente un anno fa e da allora ha raggiunto una capitalizzazione di 5.700 miliardi di yen, pari a circa 36 miliardi di dollari.
L’ascesa dirompente di Kioxia è sostenuta dalla crescente domanda di chip di memoria per l’infrastruttura legata all’intelligenza artificiale, in particolare per l’addestramento dei modelli di AI generativa e per i data center chiamati a gestire la miriade di dati prodotti dalla nuova tecnologia. La carenza di memorie da parte delle principali aziende tecnologiche ha creato un evidente squilibrio tra domanda e offerta. Di conseguenza, i prezzi sono aumentati, così come le entrate di società come Kioxia.
"Nel settore tecnologico entriamo nel 2026 principalmente orientati alla memoria, sia attraverso un’esposizione diretta a Kioxia sia tramite azioni secondarie correlate", ha dichiarato Amir Anvarzadeh, strategist azionario giapponese presso Asymmetric Advisors Pte.
Azioni Kioxia: il rally continuerà nel 2026?
Come spesso accade in casi simili, gli investitori si interrogano sulla sostenibilità di un rally così intenso. In questo senso, l’andamento di Kioxia potrebbe restare strettamente legato all’evoluzione dell’intelligenza artificiale e alla domanda che ne deriva. Kioxia è un produttore di memoria flash NAND che serve clienti del calibro di Apple e Microsoft. Cupertino ha rinviato al 2026 i suoi piani più aggressivi sull’AI, mentre il colosso di Redmond continuerà a investire miliardi di dollari, soprattutto nei data center.
Secondo Anvarzadeh, la domanda di memoria resterà ancora a lungo superiore all’offerta e Kioxia è ben posizionata per affrontare eventuali scossoni nel mercato dell’intelligenza artificiale nel corso del prossimo anno. "Le preoccupazioni per un rallentamento degli investimenti nei data center non dovrebbero incidere in modo significativo sui prezzi della memoria nel prossimo trimestre, dato che il mercato è già fortemente sottofornito", ha spiegato. Restano, tuttavia, le perplessità legate alle valutazioni elevate del titolo dopo una performance così brillante. Per il momento, però, gli investitori sembrano non prestarvi troppa attenzione.