I cali del mercato azionario statunitense quest'anno hanno fatto ridurre notevolmente i multipli aggregati. Ad esempio l'S&P 500 viene prezzato a circa 17,4 volte gli utili attesi per il 2022, rispetto alle 21 volte di inizio anno. Questo avvicina i price/earnings alla media degli ultimi 10 anni, che si aggira intorno a 16,9 volte. Quindi le azioni possono considerarsi a sconto se si confrontano i multipli tra i vari periodi? In realtà il dato non andrebbe preso freddamente, ma occorrerebbe fare delle osservazioni più ampie.
C'è un elemento a indicare che le valutazioni dei titoli azionari sono ancora troppo alte nonostante tutto, ossia gli utili. I guadagni delle società facenti parte dell'S&P 500 all'inizio dell'anno sono stati rivisti al rialzo, con gli analisti che hanno aumentato le stime in media del 3,1%. La ragione è che le proiezioni sono figlie dei risultati aziendali più recenti e delle guidance del management a corredo delle trimestrali.
Il 2021 è stato un anno sorprendente dal punto di vista dei profitti, perché l'economia americana si risvegliava dopo il periodo pandemico e ciò si è riflesso sui bilanci delle aziende. Sull'onda dell'entusiasmo, i vertici aziendali hanno continuato a mantenere l'ottimismo, non facendo forse i conti del tutto con un quadro a livello macroeconomico e geopolitico totalmente mutato.
Nel primo caso l'inflazione è andata oltre le più nere previsioni e ciò ha costretto la Federal Reserve a un'autentica metamorfosi nel suo approccio di politica monetaria. Adesso la Banca Centrale è diventata estremamente aggressiva, preparandosi a una sfilza di aumenti dei tassi d'interesse quest'anno fino a portare il costo del denaro almeno al 3%. Inoltre, inizierà una forte riduzione del bilancio federale, gonfiato dall'acquisto imponente di titoli di Stato e mutui ipotecari durante il periodo pandemico.
Nel secondo caso, lo scoppio della guerra Russia-Ucraina con ogni probabilità comporterà una fase recessiva per l'economia, soprattutto attraverso il rialzo delle quotazioni delle materie prime generato dalle sanzioni alla Russia e dai vincoli alla catena di approvvigionamento.
A tutto ciò si aggiunge anche la riemersione del Covid-19 in Cina, che ha spinto le Autorità di Pechino a chiudere le attività in alcune città chiave per la produttività del Paese. Oltretutto, la domanda cinese subirà sicuramente una forte battuta d'arresto, con conseguenze nefaste per molte aziende americane che fanno business con il Dragone.
Wall Street: mutipli troppo alti?
Tutto questo cosa significa? Che probabilmente le stime degli utili sono state troppo generose e il mercato potrebbe andare incontro a cocenti delusioni quando verranno rilasciati i dati ufficiali delle trimestrali. Secondo gli analisti di DataTrek, quando si configura una recessione solitamente gli EPS dell'S&P 500 diminuiscono del 25%. Ma visto che questo non è per il 2022 lo scenario più probabile, gli strateghi della società di dati finanziari prefigurano un abbassamento degli utili per azione di circa il 9,5%. Ciò vuol dire che i multipli adeguati dovrebbero essere di circa 20,5 volte, un livello eccessivo se si valuta quello che è il panorama attuale.
La cosa induce a pensare che le quotazioni a Wall Street avrebbero spazio di discesa per riequilibrare la situazione, a meno che l'inflazione non abbia un'improvvisa inversione di rotta e la Fed non decida di inasprire meno la sua politica monetaria, nonché finalmente Russia e Ucraina decidano di porre fine alle ostilità. In questo quadro idilliaco, il mercato potrebbe essere acceso da una nuova dose di entusiasmo e far riaffiorare la propensione al rischio al momento soffocata.