Se il futuro delle auto è elettrico, attualmente a Wall Street le azioni del settore stanno dando qualche grattacapo di troppo agli investitori. Nell'ultima seduta i titoli delle società cinesi NIO, XPeng e Li Auto sono state prese d'assalto dai trader che hanno venduto a mani basse facendo precipitare le quotazioni rispettivamente del 6,83%, del 7,94% e del 12,93%.Non ha fatto molto meglio neppure Tesla, che ha lasciato sul terreno il 2,99%.
Nell'ultimo mese sembrava che gli operatori avessero ritrovato quella fiducia smarrita verso la fine di gennaio, quando le azioni avevano toccato i loro massimi storici. Da quel momento infatti i titoli iniziarono un trend discendente che ha fatto in alcuni casi anche quasi dimezzare il valore di Borsa. Ora un'altra battuta d'arresto che suona molto come un campanello d'allarme e che sta turbando il mercato.
Auto elettriche: perché gli investitori vendono le azioni
Cosa sta succedendo? È chiaro che i motivi di fondo che stanno frapponendosi alla corsa dei titoli delle auto elettriche riguardano essenzialmente le variazioni dei rendimenti obbligazionari e la carenza di microchip. Ricordiamo a questo proposito che proprio NIO ha dovuto sospendere in uno stabilimento cinese la produzione vista la scarsità dei semiconduttori, seguendo per la verità l'esempio di altre compagnie molto grosse operanti nel settore.
A questo si aggiunge che la tanto attesa ripresa economica post-Covid rende sempre più concreta la possibilità che si realizzi una rotazione definitiva, almeno per quest'anno, tra le azioni value e le azioni growth.
A scatenare le vendite però concorrono anche ragioni di carattere peculiare. Ad esempio NIO ha dovuto tagliare le consegne previste per via della mancanza di trucioli e sempre più si fa minacciosa l'ipotesi che l'azienda debba ricorrere ad un aumento di capitale.
In quest'ultimo scenario Li Auto ci è dentro fino al collo. La società guidata da Xiang Li infatti ha annunciato un'offerta di obbligazioni convertibili che potrebbero essere l'anticamera per un aumento di capitale. Queste sono mosse che non piacciono molto agli azionisti, i quali si vedrebbero diluite le quote possedute nel capitale azionario.
Inoltre, le obbligazioni convertibili potrebbero mettere in azione gli arbitraggisti. Questi ultimi venderebbero azioni allo scoperto e acquisterebbero bond convertibili ottenendo un rendimento certo e coprendosi dal rischio azionario. Tutto ciò inevitabilmente genera pressioni al ribasso sul mercato azionario.
Auto elettriche: bisogna ancora investire sulle azioni?
Ad essere in difficoltà ovviamente non sono solamente i titoli di matrice cinese. Anzi, in media NIO, XPeng e Lio sono scesi di poco più del 20% quest'anno. C'è però chi ha fatto peggio. Ad esempio Lordstown Motors è crollato del 41% dal 1° gennaio 2021 e sullo stesso livello si posiziona Workhorse Group.
Tesla invece ha limitato la perdita al 4,9% ed è sempre al centro del dibattito tra gli analisti. Nelle ultime ore è arrivato un giudizio perentorio da parte di Craig Irwin, analista della banca d'investimento americana Roth Capital. L'esperto ritiene le azioni della società di Elon Musk enormemente sopravvalutate, aventi un valore effettivo di 150 dollari e non di 690 come risulta dalle quotazioni attuali.
Inoltre rincara la dose considerando Tesla un piccolo produttore rispetto ai colossi europei e americani, per questo vi è un'anomalia nel fatto che la compagnia di Palo Alto capitalizzi quanto il valore di Borsa di tutte le grandi case automobilistiche messe insieme.
Di parere opposto è l'analista di Wedbush, Dan Ives, che vede le azioni Tesla a 1.000 dollari, con la possibilità di arrivare a 1.300 dollari nel lungo termine. A guidare l'ottimismo di Ives il fatto che, nonostante la carenza di chip e i problemi di fabbrica, la domanda di veicoli elettrici sia salita alle stelle sia in Cina che in Europa. E inoltre si aggiunge anche il nuovo piano infrastrutturale per le auto elettriche di Joe Biden, che fornirà gli incentivi fiscali giusti per un ulteriore sviluppo.