Chi pensava di essersi liberato definitivamente della pandemia con l'avanzare delle vaccinazioni, ha fatto male i suoi calcoli. Quantomeno non ha fatto i conti con la variante Delta che sta opprimendo le Nazioni di tutto il mondo, lanciando segnali preoccupanti.
Proprio quei Paesi che avevano staccato tutti nella graduatoria delle vaccinazioni, oggi si ritrovano in casa nuove fiammate di contagi da dover gestire con restrizioni o perlomeno con il rinvio degli allentamenti. Israele, che era stata eccellenza assoluta con il 57% della popolazione totalmente immunizzata, ha dovuto riammettere l'utilizzo della mascherina. Mentre in Gran Bretagna, i cui vaccinati con doppia dose sono arrivati al 50% della popolazione, la riapertura totale è stata posticipata di un mese.
In altri Paesi, dove le vaccinazioni sono state più blande, le misure adottate per frenare l'aumento delle infezioni sono addirittura più aggressive, come la reintroduzione del coprifuoco in Portogallo. Insomma, il CovSars2 è ancora tra noi e la sensazione che emerge negli ultimi giorni è che la battaglia sarà ancora lunga.
BofA: la variante Delta una minaccia per la ripresa
A questo punto, le istituzioni cercano di organizzarsi per accelerare il processo di vaccinazione, esortando nel contempo i concittadini ancora indecisi a rimuovere le proprie resistenze e procedere con l'inoculazione del siero.
Il punto adesso è quello di verificare che i vaccini esistenti siano in realtà immunizzanti contro il nuovo ceppo indiano. Da Israele non arrivano notizie troppo rassicuranti. In base all'ultimo studio effettuato, sembra che Pfizer sia in grado di proteggere un individuo vaccinato per il 67%, per quanto sia in grado comunque di impedire con alta probabilità che il contagiato vada a finire in ospedale. La speranza insomma è che questo maledetto virus alla fine si riduca a poco più di una normale influenza, fermo restando che, a quanto pare, diventerà endemico per non si sa quanti anni.
Alla luce di tutto questo, il boom di crescita post-pandemico tanto profetizzato potrebbe essere messo seriamente a rischio, mandando all'aria la stagione turistica su cui molti facevano affidamento. È questa l'affermazione da parte degli analisti di Bank of America, i quali temono che i consumatori potrebbero frenare gli acquisti prevedendo un riaffacciarsi della pandemia, con le conseguenti chiusure nella stagione autunnale.
Secondo gli esperti, se in estate il turismo dovesse subire una frenata inaspettata proprio per via della variante Delta, la ripresa economica potrebbe essere ritardata e questo imporrebbe ulteriori misure di sostegno fiscale, soprattutto nell'Europa meridionale. Per la banca d'affari, la speranza è che il clima più caldo faccia rallentare l'avanzata del contagio per permettere il raggiungimento di un livello di vaccinazione tale da rendere la mutazione del virus più inoffensiva.
BofA: sì ai titoli ciclici, no ai difensivi
Tuttavia, BofA vede anche un rischio opposto, nel senso che gli investitori dei mercati finanziari potrebbero mettersi in agitazione sulle mosse restrittive della BCE, qualora la stagione estiva procedesse tranquilla e in autunno la variante indiana si facesse meno minacciosa. A quel punto sarebbe il caso che gli operatori mantenessero una certa cautela.
Ad ogni modo gli strategist dell'istituto bancario rimangono positivi sulle azioni europee, puntando sui titoli ciclici, che sono più direttamente collegati alla ripresa, e sottopesando quelli difensivi. Nello specifico, BofA aumenta l'esposizione verso i finanziari, gli energetici, i beni strumentali e le compagnie aeree, mentre riduce la presenza in portafoglio dei servizi di pubblica utilità, dei farmaceutici e dei prodotti alimentari.