Ormai sui mercati finanziari internazionali si aggira minaccioso lo spettro dell'inflazione che sta mettendo in crisi gli investitori. Da quanto i rendimenti delle obbligazioni sono aumentati, gli operatori hanno cominciato a vendere le loro azioni in portafoglio, in maniera particolare quelle legate alla crescita. La convinzione diffusa è che se i prezzi cominciano a correre, le Banche centrali alzeranno i tassi d'interesse e questa non è una buona notizia per quelle azioni che attualizzano i flussi a scadenze più lunghe.
La rassicurazione di Jerome Powell nell'ultimo intervento di martedì 23 febbraio, in cui ha promesso un costo del denaro basso ancora a lungo, ha rivitalizzato un pò il comparto azionario strettamente correlato con i titoli tecnologici. Le vendite dell'ultima parte della settimana appena trascorsa hanno fatto riemergere un problema che viene molto sentito da parte del mercato e che potrebbe condizionare fortemente le scelte d'investimento nei prossimi mesi.
Investimenti: è veramente l'inflazione a preoccupare?
Il grande dilemma che attanaglia gran parte degli investitori ora è se il rally delle azioni growth sia arrivato al capolinea e il mercato si appresta a girare verso i titoli più attinenti con i fondamentali, oppure se gli ultimi short siano solo stati un colpo di tosse del mercato come effetto di una semplice correzione fisiologica.
In realtà l'incertezza è tanta, perché ci sono alcune cose che non quadrano. Una di queste è il prezzo dell'oro. È statisticamente dimostrato che ogniqualvolta le aspettative di inflazione crescono, il metallo prezioso segue a ruota. In questo momento ciò non sta avvenendo e la cosa fa pensare che, almeno fin quando non ci sarà una vera ripresa dell'economia e di conseguenza un inizio di tapering da parte delle Banche centrali, l'inflazione rimarrà sotto controllo.
A corollario di tutto questo vi è da considerare che entro quest'anno l'economia mondiale sarà invasa da un mare di liquidità. Il piano di Joe Biden da 1,9 mila miliardi di dollari potrebbe già diventare legge entro due settimane, mentre in Europa il rilascio dei vari Recovery Plan aiuterà le economie dell'Eurozona a rimettersi in sesto. Questo è un segnale che non c'è a livello istituzionale una preoccupazione diffusa per la rimessa in moto dei prezzi.
Che l'inflazione attualmente sia un falso problema quindi? È ovvio che bisognerà seguire molto da vicino l'andamento dei bond e in particolar modo dei Treasury USA per avere la misura effettiva di quanto congiunturale o strutturale sia questo passaggio delicato dei mercati.
Investimenti: il posizionamento degli operatori
In questo quadro generale come sono orientati analisti e investitori? A rimanere inflessibile nelle sue scelte d'investimento vi è Cathie Wood che gestisce il fondo ARK Innovation, che nel 2020 ha fatto qualcosa come il 152% di performance. Secondo il gestore, Tesla e Bitcoin rimangono in testa tra le preferenze del fondo.
L'azienda guidata da Elon Musk è vista incrementare il suo valore del 100% nei prossimi 5 anni e la ragione starebbe nel fatto che il costo della produzione delle batterie crollerà e le auto elettriche costeranno molto di meno. Inoltre l'azienda dovrebbe passare presto ai veicoli a guida autonoma, dove ha un grande vantaggio rispetto alla concorrenza. Quanto a Bitcoin, la criptovaluta continuerà a crescere, secondo Wood, perché ha tutte le caratteristiche per funzionare come denaro vero e proprio.
Jonathan Golub, strategist di Credit Suisse, è ottimista sulla ripresa dei mercati azionari. È convinto che l'S&P500 è in grado ancora di imbastire un rally del 12% da qui alla fine del 2021. Però a guidare il rialzo saranno i titoli super-ciclici, ovvero quelli che maggiormente traggono beneficio dalla riapertura delle attività economiche.
Come individuarli? Gli analisti della banca hanno realizzato una specie di indice di accelerazione economica, che mette insieme vari fattori come i rendimenti del Tesoro USA, i titoli ad alto rendimento e i prezzi delle materie prime. Poi hanno cercato quelle azioni che sono maggiormente correlati con questo indice. Tra esse vi sono ad esempio l'operatore di Casinò Las Vegas Sands, il gigante petrolifero Occidental Petroleum, il colosso bancario Citigroup e il produttore di trattori Deere.
Di parere contrario invece è Savita Subramanian, capo stratega azionario statunitense di BofA Global Research. L'esperto ritiene che il principale indice americano subirà un leggero calo nei prossimi mesi, soprattutto a causa di quei titoli dell'alta crescita. Se ancora esistono degli investitori che acquistano azioni è perché non c'è una vera alternativa, ma già il fatto che il rendimento dei Treasury Bond a 10 anni ha superato quello dei dividendi dell'S&P 500 recentemente, è un campanello d'allarme che qualcosa nei mercati sta cambiando.